Certi romani non si smentiscono. Il richiamo dell'abbacchio sotto l'ombrellone è più forte del Covid-19. Eccoli in fila gli imbecilli che non hanno compreso nulla della situazione mortale in cui ci troviamo. In galera, direbbe Totò, altro che multe.
Roma – Ma tu guarda che roba: raccomandazioni a non spostarsi e rimanere in casa a che cosa sono servite? A nulla, purtroppo. E alle prime luci dell’alba tutti in auto per festeggiare la Pasqua in riva al mare e, ci scommettiamo, anche Pasquetta. Ma è possibile che in un momento drammatico come questo possano esistere centinaia, se non migliaia di cittadini, che non hanno ancora capito che la morte ha già bussato e bussa, continuamente, alla nostra porta? E’ possibile che si preferisca la rianimazione alla possibilità di sopravvivere rimanendo chiusi tra le quattro mura domestiche?
Polizia, carabinieri e guardia di Finanza hanno lavorato sino allo stremo per contenere questa massa di balordi che, in barba ai divieti, hanno deciso di morire tra la strada e il bagnasciuga ma le multe inflitte sono ben poca cosa. I sacrifici fatti dai più, infatti, rischiano di liquefarsi come neve al sole per colpa di questi idioti in pantaloncini e ombrellone, coatti da bira e calippo, er mejo der peggio. I più furbi sono riusciti a raggiungere le spiagge e non intendevano andarsene nemmeno davanti ai risoluti tutori dell’ordine che prima con le buone e poi con quelle meno, giustamente, sono riusciti a farli schiodare tra imprecazioni e vaffanculo. Il popolo del chissenefrega si prepara per il lunedi di Pasqua. In molti, poi, piangeranno lacrime amare in unità intensiva ma, nel frattempo, avranno contagiato chissà quante persone. Crepassero da soli, amen. Invece…
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