Turismo straniero in Italia: 20,9 miliardi nel 2024, ma ricchezza concentrata in poche province

Americani e arabi i più spendaccioni. Questi ultimi orientano le loro spese in gran parte verso moda e accessori. Ma a beneficiarne sono sempre gli stessi.

Il turismo nel nostro Paese è uno dei settori trainanti dell’economia, soprattutto quello straniero. Il 25 giugno scorso è stato pubblicato il “monitoraggio del turismo internazionale”, un rapporto sull’osservazione e analisi dei flussi turistici, in particolare da altri paesi, e sulla valutazione del loro impatto a cura dell’Osservatorio Nazionale del Turismo, organismo ministeriale, sorto per studiare e analizzare le dinamiche economico-sociali del settore turistico in Italia.

I dati sono molto positivi tanto che nel 2024 i turisti stranieri ci hanno… beneficiato di ben 20,9 miliardi di euro di introiti, una crescita del 37.9% nei confronti del 2022. A conferma di quanto esso sia importante per l’incremento della ricchezza prodotta, l’universalmente noto PIL (Prodotto Interno Lordo). Ora, se da un lato questa cascata di miliardi non può che far bene al nostro sistema economico, dall’altro è ripartita in maniera difforme, confluendo in alcune zone e per alcuni tipi di consumi.

Nel 2024 i turisti stranieri hanno portato 20,9 miliardi di euro di introiti: +37.9% rispetto al 2022.

Dal report è emerso che i turisti statunitensi sono tra i più generosi, lasciando nelle casse degli operatori 3,8 miliardi di euro, pari al 18,3% della spesa complessiva. Inoltre sono anche quelli più “fedeli”, nel senso che tornano spesso negli stessi luoghi. Infatti le città in cui è più facile incontrarli sono le mete artistiche per antonomasia, ossia Roma, Firenze e Venezia. Rispetto al 2022, in queste tre città gli introiti sono cresciuti del 69,2%, che rappresentano l’incremento più rilevante di tutti gli itinerari turistici esaminati.

Un dato in cui risalta come altre zone consuete sono state superate, ad esempio i percorsi Roma-Napoli e Pompei-Costiera Amalfitana, che, comunque, non se la passano male, avendo registrato una crescita del 31% nello stesso periodo. Le città d’arte italiane continuano, quindi, ad essere poli di attrazione per i turisti stranieri. Se gli americani sono quelli che spendono di più nel complesso, gli arabi hanno mostrato di avere le “mani bucate” presi singolarmente. Infatti, in media i sauditi hanno registrato una spesa media per carta di 913 euro, i cittadini degli Emirati Arabi 822 euro, al contrario la media generale si è attestata sui 411 euro.

Le città in cui è più facile incontrare i ricchi turisti sono le mete artistiche per antonomasia, ossia Roma, Firenze e Venezia

Tra dollari e petrodollari c’è solo l’imbarazzo della scelta, considerando il loro forte potere d’acquisto e riconoscendo che il “turismo di lusso” è un asset fondamentale per la nostra economia. I turisti arabi orientano le loro spese in gran parte verso la moda e i suoi accessori, a cui viene dedicato il 30,6% del loro bilancio, contro la media complessiva del 12,2%. A sedurre particolarmente gli arabi è la gioielleria italiana e i grandi magazzini. Inoltre, l’interesse verso l’Italia come meta turistica sembra aver subito un positivo allargamento. Paesi come Brasile e Australia hanno visto impennare le loro percentuali, rispettivamente del +155% e +100% tra il 2002 e 2024. Un aspetto che può trasformarsi in un possibile nuovo target di turisti danarosi e dalla manica larga.

Stona che il valore complessivo del turismo straniero, per il 74,7%, è distribuito solo in 20 province, che rappresentano le punte di diamante, mentre le altre pare non esistere nemmeno. Infine, il turismo straniero si sta confermando per tutto l’anno e non solo in alcuni periodi. Ciò che deprime in questo quadro quasi idilliaco è la constatazione che chi ne è escluso, visto che possano accedere solo i ricchi, viene accantonato, emarginato. Si assiste, senza reazioni di sorta, allo stravolgimento del tessuto urbano e del senso di comunità autoctona. Come a dire: e chi se ne frega, purché arrivino i soldi!

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