L’eurodeputata Pd non risparmia neppure la segretaria dem: “Da sempre richiesto il casellario giudiziario, il codice etico esiste dal 2008”.
Roma – Che il campo largo con le “nozze coi fichi secchi” tra Pd e M5S fosse ormai naufragato, soprattutto dopo la bufera sui dem con i casi Puglia e Piemonte, era faccenda evidente. Il Partito Democratico è ormai allo scontro finale col Movimento Cinque Stelle. Una lotta intestina alla “C’eravamo tanto amati”, quasi da “Guerra dei Roses”, per declinare il tutto a noti capolavori cinematografici. Dopo il “niet” di Giuseppe Conte sulle primarie in Puglia, lo scontro tra i due partiti di quello che un tempo fu il “campo largo” è feroce e quotidiano. Guerre a colpi di mitragliate di veleno e accuse reciproche. Dem e pentastellati sono ai ferri corti.
E così oggi ad aprire il fuoco sui seguaci dell’ex premier è Pina Picierno, esponente di peso dei dem che non usa giri di parole e va all’attacco di Giuseppi: “Gli attacchi di Conte sono inqualificabili. Dovremmo ricordargli che ci sono condannati anche nelle sue fila? Il suo è un atteggiamento che non è da forza progressista. Poi non so se M5s è una forza progressista, per me non lo è, visto che ha difficoltà nello scegliere fra Trump e Biden. Le forze progressiste dovrebbero assumere un impegno comune. E le primarie di Bari potevano essere proprio l’occasione comune di fare della trasparenza una questione centrale e di popolo”, ha affermato. Parole forti che segnalano una certa tensione permanente dalle parti dei progressisti.
Ma la Picierno in questi giorni ne ha proprio per tutti. Tira una frecciata anche alla sua segretaria, Elly Schlein impegnata a formare le nuove liste in vista delle Europee di giugno prossimo. In effetti non ha tutti i torti visto che accusa i 5 stelle di avere schierati il lista dei condannati e il Pd voleva schierare Ilaria Salis che – per carità con tutto il garantismo possibile – è detenuta in Ungheria. In ogni caso, l’eurodeputata Pd e vicepresidente del Parlamento europeo è intervenuta sul codice etico che il Pd si appresta a varare per le candidature: “È richiesta da sempre la presentazione del casellario giudiziario e che il codice etico del Pd. Esiste dal 2008″.
La Picerno spiega che segnala la cosa “perché la questione non sono le cartuscelle da presentare, altrimenti saremmo immuni da malcostume e infiltrazioni: le cartuscelle si sa, ci sono sempre piaciute assai. La questione è invece organizzativa e politica”. Insomma tira aria di tempesta su tutti i fronti giallorossi. Forse si riferiva proprio a Picierno o a chi vuole sotterrare il campo largo Conte quando ha detto alla segretaria dem “le sorti dell’area del campo progressista non dipendono solo da noi, ma anche da quel che vorrà fare Schlein. Vuole perseguire gli impegni presi con la comunità che l’ha investita segretaria, per trasformare il Pd? O finirà trasformata dal Pd?”.
Elly Schlein si illudeva che il codice di autoregolamentazione a tutela del Partito Democratico contro le infiltrazioni criminali avrebbe messo tutti d’accordo al Nazareno. E invece no. Anche questa volta Elly ha preso una cantonata e a farglielo notare è stata proprio la dem Pina Picierno, che insiste: “la riduzione di momenti di confronto, la sovrapposizione tra iniziativa politica e iniziativa elettorale ha accelerato un processo di degenerazione che rischia di trasformare un partito con una struttura in una macchina di clientele. Ma attenzione ad ascrivere questa questione ad un dato locale: dove è assente un forte elettorato di opinione il rischio di un elettorato condizionabile è altissimo e può accadere ovunque”.
Continua l’eurodeputata “perché la buona politica non accade per decreto. È lotta quotidiana, spesso tremendamente faticosa. E per farla serve un partito plurale, organizzato e vigile”. “Dunque tutto serve”, aggiunge, “tranne che usare la questione morale come una clava per dire ‘ok, ora comando io’. Tutto serve tranne che usare questo casino per rinchiudersi nella torre d’avorio della propria superiorità morale per poi decidere in solitudine”.
Ma intanto, i diretti interessati, Conte e Schlein, protagonisti della “Guerra dei Roses” nostrana, smentiscono la spaccatura: galeotto fu il bacino idrico. Dopo giorni di tensioni e di accuse reciproche, la segretaria dem e l’ex premier M5S si sono incontrati in pubblico e si sono stretti la mano, con tanto di foto opportunity. E l’occasione l’ha offerta il convegno sull’emergenza climatica, con proposta sui bacini idrici, organizzato alla Camera dal M5s con la partecipazione del Pd. Alla vigilia, l’unico intervento previsto (oltre ai relatori che sono equamente divisi tra 5 stelle e dem, come Annalisa Corrado e Camilla Laureti) era quello di Giuseppe Conte. In mattinata si è invece appreso che sia il leader del M5s che la segretaria del Pd avrebbero concluso l’evento.
E così è stato. Solo che la Schlein si è presentata puntuale, ha tenuto la sua breve relazione sulla crisi climatica e si è seduta in prima fila in attesa di ascoltare Conte. Che non era ancora arrivato e non arrivava. Dopo un discreto ritardo e più volte annunciato dal podio (“sta arrivando, altri 2 minuti”), gli organizzatori impegnati ad “allungare il brodo” del convegno, Schlein sempre seduta tra gli scranni dell’aula del Gruppi parlamentari in compagnia del fidato Igor Taruffi, Conte è infine arrivato ed ha concluso l’evento: “Saluto Elly
Schlein, che vedo insieme a Taruffi, che sta lavorando in questi giorni…”, l’esordio dell’ex premier.
A seguire, più per la sollecitazione degli organizzatori dell’evento e dei fotografi presenti, i due leader si sono prestati alla foto comune e alla stretta di mano di prassi. “Come va con Conte? Sempre bene, come vedete”, si è limitata a dire la Schlein ai giornalisti che sollecitavano un commento. Ancora più telegraficio Conte: “C’è stata la stretta di mano”. Alla fine, i due leader di sono allontanati in direzioni opposte senza scambiare una parola. Insomma, un degno finale da “C’eravamo tanto amati”.