Processo con rito abbreviato per gli ex operatori del Centro di Educazione Motoria di Roma: pene fino a 3 anni e 4 mesi. La denuncia era partita dalla Croce Rossa.
Roma – Si è concluso con tre condanne e un’assoluzione il processo con rito abbreviato davanti al Gup di Roma nei confronti di quattro operatori sociosanitari impiegati presso il Centro di Educazione Motoria (Cem) della Capitale. I fatti risalgono a prima dell’estate 2024, quando i Carabinieri di Roma avevano fatto scattare gli arresti con le gravi accuse di tortura e maltrattamenti su pazienti affetti da severe disabilità psicofisiche.
Il giudice ha inflitto condanne comprese tra i 2 anni e 4 mesi e i 3 anni e 4 mesi di reclusione, mentre uno degli imputati è stato assolto con la formula “per non aver commesso il fatto”.
Decisiva per l’apertura dell’inchiesta era stata una denuncia presentata dalla Croce Rossa, ente gestore della struttura, che si è costituita parte civile nel procedimento.
Il caso giudiziario non si esaurisce con queste sentenze. Due operatori sono stati già rinviati a giudizio e saranno processati con rito ordinario. Quattro imputati hanno invece scelto il patteggiamento: due hanno concordato una pena di 4 anni per il reato di tortura, altri due hanno ottenuto 2 anni con pena sospesa, subordinata a un percorso di recupero.
Le violenze documentate nel corso delle indagini avevano suscitato indignazione pubblica e forte preoccupazione istituzionale, soprattutto per la vulnerabilità delle vittime coinvolte: persone con disabilità gravi, affidate alla struttura per cure e assistenza quotidiana.
L’inchiesta aveva portato alla luce un clima di abusi sistematici, con comportamenti vessatori documentati anche da video e testimonianze interne. Un quadro che, secondo gli inquirenti, delineava una quotidianità fatta di soprusi, incompatibile con la missione educativa e terapeutica del centro.