Torino – Si barrica in casa e minaccia di uccidere i genitori

Grazie alla negoziazione della polizia, gli agenti sono riusciti a calmare un giovane che minacciava con un coltello di uccidere i propri genitori.

Torino – Giunta ai numeri di emergenza la chiamata di una donna anziana in difficoltà con il figlio, un cittadino italiano di 31 anni. La chiamata veniva improvvisamente interrotta dall’intervento di un uomo che parlando con l’operatore proferiva minacce nei confronti dei familiari per poi chiudere la comunicazione.

Gli agenti della Sala Operativa della Questura ricontattavano la richiedente, che passava subito il telefono al figlio che minacciava di uccidere i familiari e che per prenderlo la polizia avrebbe dovuto ucciderlo. Sul luogo giungevano due volanti e il 118. Il soggetto rifiutava di aprire la porta alla polizia e indicava di essere armato di una pistola calibro 38. Giungevano successivamente altre Volanti dell’UPGSP, coordinate da un funzionario sul posto e dal Dirigente in Sala Radio, ed i Vigili del Fuoco.

Poiché il soggetto, che tratteneva in casa la madre e il padre, continuava a non essere collaborativo, aveva avvio la procedura per attivare l’intervento dell’unità di negoziazione e delle SIC (squadre interventi critici).

Il negoziatore arrivato sul posto, attraverso la porta iniziava un lungo dialogo con l’uomo mantenendosi in costante collegamento videotelefonico con la Sala Radio dell’UPGSP. Il 31enne dichiarava di aver puntato un coltello alla gola della madre facendo intendere all’operatore di esser disposto a tutto. Il negoziatore riusciva a calmare il soggetto convincendolo a mettere via l’arma.

Il negoziatore, dopo una trattativa condotta per diverse ore, lo convinceva ad aprire la porta: a questo punto il personale operante accedeva all’interno dell’abitazione mettendo in sicurezza il soggetto e appurando che i genitori dell’uomo versavano in buono stato di salute, anche se sotto shock.

L’uomo è stato arrestato per sequestro di persona. Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.

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