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Terzo mandato ai sindaci, la Lega ritira l’emendamento

Ma resta sul tavolo la proposta che riguarda il rinnovo dell’incarico dei governatori. Salvini non molla: “Deciderà il Parlamento”.

Roma – Sul terzo mandato dei sindaci è arrivato in commissione Affari costituzionali del Senato il parere contrario del governo all’emendamento della Lega. L’emendamento ritirato dal Carroccio dopo il muro dell’esecutivo riguarda i grandi comuni, quelli con più di 15mila abitanti. Rimane sul tavolo, per ora, la proposta di modifica che riguarda il terzo mandato ai governatori. Il partito di Matteo Salvini, come annunciato nelle scorse ore, ritira quindi il testo. Ma il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che non vuole mollare l’osso, insiste: “Il centrodestra non si dividerà sul terzo mandato. Deciderà liberamente il Parlamento”.

Un dibattito, quello sul terzo mandato, ha spiegato, “è molto politico e giornalistico. Decida il Parlamento, è una questione di democrazia. Se uno ha un buon sindaco o governatore e, dopo due mandati, non può più rivotarlo per legge secondo me perde qualcosa. C’è un limite di mandati per ministri, parlamentari italiani ed europei? No. Se uno si trova un sindaco o un governatore bravo sarebbe utile che possa rivotarselo due, tre, cinque volte”.

I sindaci italiani

“Non vogliamo creare problemi al governo ma non ritiriamo l’emendamento perché crediamo che i buoni governatori e amministratori debbano poter essere giudicati dai cittadini. Comunque il Parlamento è sovrano”, hanno spiegato poi fonti della Lega. Nella discussione irrompe Giuseppe Conte: “Qual è la questione di cui la politica italiana sta discutendo di più? Lavoro? Ambiente? Pace? Cessate il fuoco a Gaza e in Ucraina? Nulla di tutto questo. E’ il terzo mandato – afferma l’ex premier – questione che riguarda i presidenti di regione, i sindaci e la possibilità quindi di perpetuare questi incarichi. Noi siamo ovviamente contrari al terzo mandato”. Perché al M5S, conclude, interessa, “più che il futuro dei sindaci, dei presidenti di regioni e del loro terzo mandato, quello delle lavoratrici e dei lavoratori italiani”.

Su twitter interviene anche Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. “Sul terzo mandato in Senato – dice – si potrebbe mandare sotto la Meloni. Adesso vediamo cosa fanno le opposizioni, chi farà la stampella e chi farà sul serio insomma”.

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