TERESA BELLANOVA, UN NOME, UNA GARANZIA

Lo aveva detto subito, appena diventata neo Ministra alle Politiche Agricole, dopo la cerimonia del Giuramento al Quirinale, ringraziando il Presidente Mattarella e il Presidente Conte, che aveva l'onore di "poter servire il mio Paese in un settore cruciale come l'agricoltura".

Lo aveva detto subito, appena diventata neo Ministra alle Politiche Agricole, dopo la cerimonia del Giuramento al Quirinale, ringraziando il Presidente Mattarella e il Presidente Conte, che aveva l’onore di “poter servire il mio Paese in un settore cruciale come l’agricoltura”.

Dalle parole ai fatti: il suo primo atto politico come Ministro, il 12 settembre 2019, è stato l’annullamento del decreto ministeriale del 16 agosto 2019, con il quale era stato nominato direttore di Agea (l’Agenzia per le erogazioni in Agricoltura) Andrea Comacchio, con una nomina di Gian Marco Centinaio, decisa in piena crisi di Governo e, quindi, secondo la più squallida logica di occupazione di poltrone.


Ma il cavallo di battaglia di Teresa Bellanova è la lotta al caporalato, di cui ha detto senza mezzi termini: “Il caporalato è mafia e criminalità organizzata e non intendo indietreggiare di un millimetro sull’applicazione della legge che esiste dal 2016, che si occupa proprio del reato di intermediazione illecita e di sfruttamento del lavoro a carico diretto del datore di lavoro.”

Lei stessa, negli anni Novanta, quando aveva 14 anni, iniziò a lavorare come bracciante agricola. All’epoca la sua città, in provincia di Brindisi, era nota come una delle “capitali del caporalato” e Bellanova divenne una delle migliaia di giovani donne che per pochi soldi lavoravano nei campi che circondavano la città, dove si coltivavano olivi, viti e mandorli in condizioni di lavoro terribili, paragonabili a quelle che, in quelle stesse zone, affrontano oggi migliaia di lavoratori soprattutto stranieri. Bellanova entrò presto nel sindacato e, a soli 15 anni, divenne capolega della federazione dei braccianti della CGIL nella Camera del lavoro della sua città; un incarico piuttosto importante a livello locale. Nota per il suo temperamento combattivo, Bellanova ha raccontato di come all’epoca le lotte dei braccianti fossero una questione in cui bisognava davvero “sporcarsi le mani”.

Dopo una rapida carriera nel sindacato, a 20 anni divenne coordinatrice regionale delle donne della Federbraccianti dove fu notata nel 2006 da Massimo D’Alema, la cui carriera politica è stata molto legata alla Puglia, che per la prima volta la candidò alle elezioni politiche.

Questa il principio della sua storia. Da allora sempre attenta ai temi del lavoro.  E così ha annunciato che, con il Ministero del Lavoro, sarà organizzato un tavolo comune al fine di consentire alle aziende che lavorano nella legalità di utilizzare una piattaforma per trovare i lavoratori, onde evitare che il caporale diventi l’unico mezzo di assunzione.

Soprattutto, l’arresto di 8 caporali in provincia di Agrigento, avvenuta già nel mese di novembre, è la prova che la legge sul caporalato funziona bene.

Bellanova afferma che solo la prevenzione può assicurare la tutela di lavoratori e aziende oneste e garantire che omertà, illegalità, sfruttamento, concorrenza sleale, vengano sconfitti. L’intervento in Sardegna per la questione della produzione del latte e derivati, poi, è stato un successo proprio per il messaggio chiaro rivolto ai pastori sardi per una questione che il governo precedente non aveva risolto: “ai pastori sardi l’ho voluto dire con chiarezza: io non sono venuta in Sardegna per fare propaganda, sono qui per trovare le migliori soluzioni possibili alle criticità.”

La legge di bilancio ha messo a disposizione del settore agricolo 600 milioni in più nel triennio nel triennio 2020-2022, con interventi che puntano a valorizzare molto la presenza dei giovani e delle donne.

Nel suo intervento al Congresso di Assoenologi, nell’appuntamento conclusivo a Venosa, nel corso del dialogo con Bruno Vespa, Teresa Bellanova non ha perso occasione per sottolineare che – ”l’Italia è il primo produttore al mondo di vino.” E ha aggiunto: “negli anni tanto è stato fatto, soprattutto se penso a quanto vino del Sud oggi parta per i mercati internazionali con bottiglie che portano il nome del territorio d’origine.

Come possiamo fare meglio?

Prima di tutto costituiremo al Ministero una Cabina di regia permanente per il vino. Deve diventare il luogo dove progettare il futuro”. È anche così che il vino italiano può diventare uno dei migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo. Non è poco per i primi mesi di lavoro, non è poco per questa donna che era stata criticata dagli stolti nostrani solo…. per il suo vestito azzurro.

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