Tentata estorsione mafiosa a un imprenditore: due arresti

Minacce, pedinamenti e occupazione del suolo per impedire l’apertura di un distributore: la DDA ha ottenuto la custodia cautelare in carcere.

Reggio Calabria – È scattata l’operazione coordinata dalla Procura che ha portato all’arresto di due cittadini reggini, accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

L’indagine ha ricostruito la vicenda vissuta da un imprenditore del settore della distribuzione di carburanti che, stanco delle continue vessazioni ed intimidazioni, ha deciso di denunciare i fatti alla Polizia.

Secondo quanto emerso i due soggetti avrebbero avvicinato l’imprenditore “invitandolo” a mettersi a posto con i referenti di ‘ndrangheta della zona, non mancando di citare il nome di un noto casato mafioso egemone nel territorio di riferimento. A brevissima distanza di tempo, l’invito si sarebbe trasformato in una vera e propria intimazione a non aprire l’impianto in quanto d’interesse della consorteria criminale.

Vista la volontà di proseguire nel suo progetto commerciale, l’offeso sarebbe stato minacciato dall’accusato, pretendendo il pagamento di 120.000 euro per l’indennizzo della famiglia mafiosa per la mancata apertura del rifornimento.

Uno degli indagati avrebbe pedinato l’imprenditore fin sotto la sua abitazione con l’evidente finalità di intimorirlo. Alla luce di questi fatti, la vittima ha denunciato agli uomini della Squadra Mobile senza offrire spunti utili alla completa identificazione.

Le intimidazioni sarebbero proseguite con il furto di alcune telecamere di sorveglianza installate dall’imprenditore e culminate con l’occupazione del suolo di pertinenza del distributore da parte di uno degli indagati, che vi aveva collocato un veicolo ed un gazebo per la vendita di frutta rendendo impossibile l’esercizio dell’attività.

Le indagini coordinate della Direzione Distrettuale Antimafia hanno consentito agli investigatori di identificare e deferire gli autori delle richieste estorsive. Sulla base degli indizi raccolti, il G.I.P. ha emesso la misura cautelare della custodia in carcere per entrambi gli indagati.