Tempi di magra anche per cani e gatti: l’Iva sulle loro lettiere lievita al 22%

Su FiscoOggi si spiega il perché, in base agli orientamenti normativi e tecnici. In Italia 1 persona su 4 ha almeno un animale da compagnia.

Roma – Tempi di magra per gli amici a 4 zampe. Ma soprattutto per i loro proprietari costretti ad usare la lettiera. FiscoOggi, la webzine dell’agenzia delle Entrate, in una lunga disamina fiscale arriva infatti a questa conclusione: per la lettiera si paga l’aliquota massima, il 22%. Chi ha pagato meno deve mettersi in regola. Se si incrocia questo dato con le cifre degli italiani che hanno questi animali di affezione, si comprende la tegola che si abbatte sull’economia generale. A creare la stangata, è la composizione delle lettiere: il colpevole è l’amido di manioca che ne crea la classificazione.

Ma tornando alle cifre dei proprietari di cani e gatti, l’ultimo rapporto Censis evidenzia che in quasi una casa su quattro c’è almeno un animale da compagnia. Il 37,3% degli italiani dichiara di accogliere nella propria casa uno o più animali domestici (+4,6% rispetto al 2023). “In particolare, – si legge su FiscoOggi – con riferimento alle lettiere, sulla base dell’orientamento della Corte di giustizia europea, la Cassazione, con l’ordinanza n. 24441/2024, ha sostenuto, tra l’altro, ai fini della classificazione doganale, che la composizione prevalentemente di amido di manioca delle lettiere non ne consentiva, di per sé, la classificazione alla v.d. 1108 1400 00 con conseguente applicazione dell’aliquota del 10%, visto che l’amido, nel caso specifico, non rilevava quale prodotto destinato all’alimentazione umana o animale”.

Secondo l’ordinanza le lettiere in questione rientravano tra i “prodotti vegetali non nominati né compresi altrove”, con Iva al 22%, ossia soggetti ad aliquota ordinaria e non agevolata, non costituendo la merce, nonostante la sostanziosa quantità di amido, prodotto alimentare o ingrediente destinato a essere utilizzato nella preparazione di prodotti alimentari”.  “In caso di operazioni non allineate con i chiarimenti, effettuate in periodi d’imposta ancora soggetti ad accertamento, – spiega FiscoOggi – i contribuenti, come prevede lo Statuto del contribuente, dovranno pagare l’imposta dovuta ma senza sanzioni e interessi”.

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