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TAMPONI NASCOSTI NEI FRIGORIFERI?

Esposto in Procura per accertare che fine fanno i tamponi prelevati ai cittadini durante l’emergenza virale. Situazione grave qualora fosse accertata.

Che fine hanno fatto i tamponi in Calabria? Un messaggio vocale di WhatsApp giunto alle orecchie del parlamentare pentastellato Francesco Sapia potrebbe aver aperto un grave caso di malasanità nella Regione meridionale. Il politico grillino avrebbe depositato un esposto dalla Procura e uno alla Corte dei Conti dopo aver ricevuto una nota audio registrata da un presunto operatore del Pronto soccorso che allertava in merito al fatto che i tamponi raccolti in Calabria verrebbero conservati nei frigoriferi per poi essere dimenticati. L’anonimo operatore sostiene che nella Regione della Santelli, per mancanza di reagenti e laboratori, sui tamponi non verrebbe eseguito alcun controllo, falsando così i risultati sui contagi.

Dopo un primo silenzio da Palazzo Campanella è arrivata la smentita, assicurando che si tratterebbe di una fake news escogitata dai detrattori del governo regionale.

Francesco Sapia

Più ambigua è sembrata la posizione del commissario dell’Asp di Cosenza Giuseppe Zuccatelli il quale, se da una parte nega quanto riportato nell’audio, dall’altra ammette che i laboratori di microbiologia e virologia dell’ospedale Annunziata di Cosenza non sono in grado di analizzare tutti i tamponi che affluiscono dal territorio nell’arco delle 24h in cui vengono prelevati. La Regione sottolinea che la lentezza dei laboratori, dunque, non va confusa con la negligenza: “…Ad oggi sono circa 1.500 in tutta la regione i tamponi in corso di lavorazione – dicono dall’Ente Calabria – così ripartiti: 500 circa presso il Pugliese, 500 all’Asp di Reggio Calabria e 500 presso la Centrale Operativa del 118 dell’Asp di Cosenza. Tutti i campioni risultano custoditi sulla scorta della circolare del Ministero della Salute del 22 gennaio 2020, che prevede la conservazione degli stessi fino a 5 giorni ad una temperatura precisa…”.

Per Francesco Sapia, però, le motivazioni potrebbero essere altre come, ad esempio, la volontà di “mascherare” una situazione potenzialmente più critica in nome della ripartenza e degli interessi specifici. Ragion per cui ha chiesto che vengano eseguite indagini immediate:“…Ove ci fossero riscontri si tratterebbe di un fatto gravissimo che metterebbe a rischio la popolazione residente in Calabria e dovrebbe obbligare a rivedere le misure di contenimento adottate e adottande a tutela della salute che, nella fattispecie, sarebbero fondate su dati non conformi alla realtà…”.

Aspettando i nuovi sviluppi della vicenda che potranno chiarificare meglio la percentuale di veridicità del messaggio vocale, i parlamentari Pentastellati hanno chiesto al ministero della Salute l’invio di ispettori speciali in Calabria per indagare sulla situazione.

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