Secondo l’intelligence il gigante asiatico potrebbe usare le proprie aziende che commerciano in Europa per carpire informazioni utili. E non solo per scopi economici…”capisci ammè“.
Roma – Uno spettro si aggira per l’Europa e non è il comunismo di marxiana memoria, bensì quello dell’influenza economica cinese sul continente. Il “Financial Times”, prestigioso quotidiano economico-finanziario londinese, da tempo riporta notizie secondo le quali i governi europei hanno “intensificato il controllo sui presunti rischi economici e di sicurezza posti dalle aziende cinesi”. Ad esempio, sono tre anni che i servizi segreti belgi temono che il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba compia azioni di spionaggio.
Il nome dell’azienda ricorda il titolo di un famoso film d’avventure del 1954 dal titolo “Alì Babà e i 40 ladroni”, fiaba emblematica su denaro, potere, corruzione e ruberie, che tanto entusiasmò i bambini dell’epoca. Accadimenti simili a quello che succede oggi. Con la differenza che i ladroni della favola erano dei poveracci rispetto a quelli insidiatisi nei gangli del potere.
Le migliori “teste d’uovo” dell’intelligence europea sono partite dal presupposto che la Cina potrebbe utilizzare le aziende cinesi come “cavalli di Troia”, uno stratagemma per carpire informazioni che potrebbero essere utili per scopi non solo economici. L’ipotesi di partenza non è del tutto priva di fondamento, in quanto lo stretto legame tra governo cinese e imprese è un dato acquisito. Su questo punto, “Il Sole 24 ore”, noto quotidiano economico e finanziario nazionale, ha evidenziato in una nota che la legislazione cinese prevede una serie di obblighi per le aziende nazionali, tra cui la condivisione dei propri dati con le autorità e i servizi di intelligence del governo.
Il fatto che un grande Stato autoritario, a partito unico, in cui il governo decide come gli pare, si comporti in questo modo non stupisce. Ed è molto probabile che anche le cosiddette “grandi democrazie occidentali” attuino la medesima strategia. Non è un tentativo per giustificare i procedimenti antidemocratici della Repubblica Popolare cinese, tutt’altro, solo che non si comprende la sorpresa!
Sotto osservazione capillare è l’aeroporto di Liegi, dove si trova una delle più imponenti strutture di gestione delle prestazioni utili ai trasportatori, al cliente finale e, ovviamente, alla merce. In questa sede si trova anche Cainiao, l’estensione logistica di Alibaba. Secondo gli investigatori, il problema principale è dato dal fatto che Cainiao controlla il centro logistico di Liegi attraverso la “Electronic World Trade Platform” (eWTP), una piattaforma elettronica del commercio mondiale. Il rischio maggiore è che Cainiano possa carpire i dati relativi ai flussi di trasporto dei prodotti, dei commercianti e dei consumatori.
Come è facile intuire, si tratta di notizie fondamentali per una nazione che aspira ad essere leader del mondo nell’approvvigionamento. Se fossero verificati gli indizi di spionaggio o di attività illecite, è giusto che le autorità europee agiscano nella maniera più opportuna. Pensare che tutto ciò non sia possibile è come “cadere dal pero”, senza rendersi conto che non sono altro che i perversi effetti della globalizzazione.