Evidentemente il cittadino di origini turche e in regola con i permessi richiesti non se l'è sentita di soprassedere a quello che ritiene un abuso nei suoi riguardi. Il medico avrebbe profferito una frase che è diventata un vero e proprio luogo comune.
Ragusa – Un medico di base di Ragusa è stato denunciato per presunti atti di discriminazione razziale e abuso d’ufficio. Ha deciso di metterci la faccia Aziz, da tanti anni in Italia con regolare permesso di soggiorno, perché si sarebbe sentito profondamente offeso dalle parole dette dal medico che in quel momento stava sostituendo il suo sanitario di fiducia. I fatti in questione si sono svolti l’8 agosto scorso quando il 36enne Aziz Kalas, di origini turche, ha chiamato il medico per richiedere la prescrizione di alcuni farmaci. Da subito Aziz ha notato un atteggiamento ostile da parte del medico tanto da decidere di registrare la telefonata.
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La conversazione sarebbe andata avanti con il paziente che cercava di fare lo spelling del nome e la dottoressa che sbuffava per il carico di lavoro e per il fatto che non comprendeva ciò che dicesse Aziz. Così, spazientita, la dottoressa se ne è uscita con la frase “incriminata” detta in siciliano: “ma picchi non vi nni stati nto vostru paisi”. Perché non restate nel vostro paese. Nonostante tutto, però, il medico ha tranquillizzato il paziente dicendo che avrebbe provveduto ad inviare la ricetta via email:“…Ma ad oggi – assicura Aziz – non l’ha fatto…”. Aziz, che spesso ha lavorato anche come interprete su incarico della magistratura, non ha tollerato la frase del medico di famiglia ed è per questo, anche per fare giustizia a chi ogni giorno subisce episodi di discriminazione razziale, che ha deciso di denunciare la dottoressa di turno.
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“…Un medico che pronuncia frasi di tale cattivo gusto con un’evidente sfondo razzista, esprimendosi tra l’altro come se fosse nella peggiore delle strade – commenta l’avvocato Michele Savarese, legale di Aziz – non è degno di indossare il camice, a maggior ragione se offende chi ha richiesto il suo aiuto. Sono proprio coloro che commettono tali vili azioni a dover rimanere a casa, non certo Aziz, che vive e lavora da anni in Italia ed è un esempio di buona integrazione. Questa brutta, lesiva dei valori che deve avere chi sceglie di esercitare la professione sanitaria, reca offesa anche ai tanti medici di famiglia che ogni giorno sono in prima linea per la tutela dei propri assistiti, ma di questo e delle eventuali sanzioni disciplinari, si occuperà l’ordine dei medici di Ragusa a cui verrà tramesso un esposto…”.
Il medico in questione avrà detto quella frase inopportuna magari perché stressata da una giornata di duro lavoro ma adesso quelle due parole rischia di pagarle care.
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