Strangola la moglie poi tenta invano di uccidersi con gli psicofarmaci

La donna era affetta da una grave forma di schizofrenia. Il marito, noto ristoratore di Fano, l’ha uccisa al termine dell’ennesima lite coniugale.

FANO (Pesaro-Urbino) – L’ha strangolata con un foulard e poi l’ha vegliata per ore in attesa che facessero effetto i barbiturici assunti per suicidarsi. Ma Angelo Sfuggiti, 70 anni, pizzaiolo in pensione, non è riuscito nel suo intento di togliersi la vita ed ha subito confessato, lagrime agli occhi, l’omicidio della moglie, Rita Talamelli, 66 anni, affetta da una grave forma di schizofrenia da una decina d’anni. L’omicidio si è consumato nel silenzio della casa coniugale di via Montefeltro, a Poderino di Fano, noto quartiere residenziale del Comune marchigiano.

Il 20 novembre scorso Angelo e Rita avevano incominciato a litigare come spesso avrebbero fatto negli ultimi anni. Al culmine dell’alterco l’uomo, in cucina, avrebbe aggredito alle spalle la moglie stringendole al collo un foulard di seta che avrebbe tirato con tutte le sue forze sino a quando la donna non stramazzava sul pavimento ormai morta.

Rita e Angelo

Talamelli avrebbe poi trascinato il corpo della poveretta in camera da letto, avvolgendolo con un lenzuolo, e dopo aver ingurgitato una forte dose di psicofarmaci ne avrebbe atteso l’effetto mortale vegliando la donna per ore. Sino a quando uno dei figli della coppia, Luca di 47 anni, che con la sorella abitano nella villetta attigua, preoccupato perché i genitori non arrivavano per cena, si decideva a recarsi in casa della coppia facendo cosi la macabra scoperta. Sul luogo, intorno alle 20, giungevano immediatamente i sanitari del 118 ma per Rita Talamelli non c’era più nulla da fare mentre il marito veniva soccorso dal personale di turno. L’uomo, nonostante l’intossicazione, appariva vigile, indicava la moglie senza parlare e non avrebbe nascosto le proprie responsabilità quale autore del femminicidio. Psicologicamente provato Sfuggiti veniva trasferito presso il reparto psichiatrico dell’ospedale Santa Croce di Fano dove rimane piantonato, giorno e notte.

Sulla scena del crimine gli investigatori della polizia di Stato eseguivano i rilievi di rito e accertavano che il presunto assassino, anche in passato, avrebbe tentato di togliersi la vita riuscendo a salvarsi in extremis. “Ho fatto una follia”, avrebbe ripetuto a bassa voce e più volte Sfuggiti ai poliziotti che lo scortavano nel vicino nosocomio cittadino. Le indagini hanno appurato che il movente del terribile gesto sarebbe da ricondurre alle precarie condizioni di salute mentale della vittima che anni fa era stata colpita da aneurisma. Secondo gli inquirenti, che accusano Sfuggiti di omicidio volontario aggravato dal vincolo familiare, potrebbe essere stata proprio la grave patologia della donna a scatenare la furia omicida del ristoratore, al culmine di una lite. L’unica persona ad averlo visto dopo il delitto è stato il legale di fiducia dell’uomo, l’avvocato Susi Santi, che ha incontrato il suo assistito nella stanza dove è ricoverato:

La villetta posta sotto sequestro

Ho visto – dice la penalista –  un uomo molto provato, che però si è reso conto di quello che è successo. E credo che stia ancora riflettendo su come farla finita. E’ un suo pensiero fisso. Per questo, anche, c’è l’agente alla porta della camera. L’interrogatorio lo faremo appena sarà possibile”. La tragedia è stata ricordata, con un minuto di silenzio, dai componenti del Consiglio regionale. “Due femminicidi, quello di Rita Talamelli e Giulia Cecchettin che lasciano sbigottiti, increduli, indignati – ha evidenziato Dino Latini, presidente del Consiglio regionale –  Il nostro pensiero sia rivolto a tutte le donne, a quelle che hanno subìto o subiscono continue violenze, piccole o grandi che siano, affinché nessuno possa più ergersi a padrone delle loro vite e della loro libertà”.

Dino Latini

Il 27 novembre scorso si sono svolti i funerali della vittima presso la chiesa di San Pio X a cui hanno partecipato affranti i due figli della coppia, oltre agli altri parenti, amici e conoscenti. Alla cerimonia  funebre ha partecipato anche il sindaco di Fano, Massimo Seri: “Questa tragedia ci porta ad una riflessione – ha detto il primo cittadinoa non lasciare da solo chi si trova a vivere questi drammi, anche quando si rimane nel silenzio delle proprie mura domestiche”.

Sembra che le condizioni di estremo disagio della famiglia Sfuggiti fossero note al centro di igiene mentale ma la vittima continuava ad essere curata con farmaci senza alcun provvedimento di ricovero o sostegno in presenza. Sfuggiti, rinomato pizzaiolo, è molto noto in città per aver gestito insieme al fratello Marziano per quasi mezzo secolo la storica pizzeria “Da Angelo”.

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