L'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura dopo l'attentato

Strage di piazza Fontana, Mattarella: “Tra verità e democrazia un legame inscindibile” [VIDEO]

Il presidente nel 55° anniversario dell’attentato del 12 dicembre 1969, costato la vita 17 persone. Per l’intreccio tra terrorismo e apparati istituzionali, una ferita ancora aperta.

La Strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969, segna uno degli episodi più drammatici e significativi della storia contemporanea italiana, introducendo il Paese in un periodo di grave instabilità noto come la “strategia della tensione”. Alle 16:30 di quel venerdì, un potente ordigno esplose all’interno del salone centrale della Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, causando la morte di 17 persone e il ferimento di circa 90. La bomba colpì un luogo affollato da coltivatori diretti e imprenditori agricoli, riuniti per il consueto mercato settimanale, devastando l’edificio e generando un clima di sgomento e paura.

Il documentario Rai del 1979 in diretta sul canale satellitare della Camera

Il servizio della Rai sulla Strage

Contemporaneamente, un altro ordigno venne rinvenuto, inesploso, presso la Banca Commerciale di Piazza della Scala, sempre a Milano. Nel frattempo, altre tre esplosioni si verificarono a Roma: una alla Banca Nazionale del Lavoro in via San Basilio e due presso l’Altare della Patria in Piazza Venezia. Questi attentati causarono ulteriori feriti e danni materiali, rafforzando il senso di caos.

Le vittime della strage

Le indagini iniziali si orientarono verso la “pista anarchica”, ma successivamente emersero collegamenti con il gruppo di estrema destra Ordine Nuovo e con personaggi come Franco Freda e Giovanni Ventura. L’iter giudiziario, articolato in tre processi e concluso nel 2005, attribuì la responsabilità storica alla stessa Ordine Nuovo, nonostante le assoluzioni definitive di alcuni imputati. Inoltre, furono accertate azioni di depistaggio da parte di ufficiali del SID (Servizio Informazioni Difesa), confermando un intreccio tra terrorismo e apparati istituzionali.

La prima pagina del Corriere della Sera dedicata alla strage

“Verità e democrazia hanno un legame etico inscindibile”, ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 55° anniversario della strage a Milano. “Aver ricostruito la propria storia, anche laddove essa è più dolorosa, è stata condizione per trasmettere il testimone alle generazioni più giovani, a cui tocca ora proseguire il percorso di civiltà aperto dai nostri padri nella lotta di Liberazione e nella Costituzione”, ha sottolineato il Capo dello Stato, per il quale “il popolo italiano superò una prova terribile”. 

Il foro sul pavimento creato dalla bomba.

«Sono trascorsi 55 anni dall’attentato di Piazza Fontana a Milano quando una violenta esplosione devastò la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, provocando morte e distruzione. Il terrorismo stragista sacrificò vittime innocenti nel tentativo di minare le fondamenta della Repubblica e le sue libertà. Con un attacco vile e sanguinario al cuore della nostra democrazia ebbe inizio una lunga stagione terroristica a cui il nostro Paese, unito nei fondamentali valori costituzionali che lo ispirano, seppe reagire con decisione, difendendo cittadini e istituzioni dalla violenza eversiva che li minacciava» ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. «Oggi, come ogni giorno, abbiamo il dovere di farne memoria, di ricordare quanto accaduto, per consegnare al futuro l’impegno e la passione civile di tutti coloro che, in tempi bui, lottarono per custodire l’Italia libera e democratica. In questo giorno di raccoglimento e dolore rinnovo la mia solidarietà alle famiglie di chi perse la vita» ha concluso il titolare del Viminale.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa