Strage di Brandizzo

Strage di Brandizzo, chiusa l’inchiesta: salgono a 24 gli indagati, ma cade l’accusa di omicidio volontario

La Procura di Ivrea amplia il fronte delle responsabilità: 21 persone e 3 società indagate (Rfi, Sigifer e Clf) per la morte dei 5 operai travolti da un treno. La nuova ipotesi di reato è omicidio colposo.

Ivrea – La Procura di Ivrea, guidata dalla procuratrice Gabriella Viglione, ha esteso a 24 il numero degli indagati per la strage ferroviaria di Brandizzo, avvenuta nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023. Cinque operai furono travolti e uccisi da un treno mentre lavoravano sui binari.

Gli indagati sono ora 21 persone fisiche e 3 società: Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), Sigifer e Clf. Cade l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale, mentre l’accusa principale, declinata a seconda delle posizioni, è quella di omicidio colposo.

Alle ore 23:49 di quella tragica notte, un treno in transito a 160 km/h, diretto al deposito, ha travolto in pieno cinque operai che stavano lavorando su un tratto di binario a Brandizzo, nel Torinese. Le vittime, dipendenti della ditta Sigifer, non hanno avuto scampo.

I cinque operai rimasti vittima dell’incidente

I nomi dei cinque lavoratori che hanno perso la vita sono Kevin Laganà, 22 anni, il più giovane del gruppo, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo. Un’intera squadra falciata in pochi secondi, una tragedia che ha sconvolto l’intero Paese.

L’inchiesta aveva inizialmente portato a 15 indagati. Le nuove acquisizioni investigative, tra cui intercettazioni e documenti tecnici, hanno spinto gli inquirenti ad ampliare il fronte delle responsabilità. L’attenzione si concentra sulle procedure di sicurezza adottate (o ignorate) quella notte e sulle eventuali omissioni che avrebbero permesso ai lavoratori di trovarsi sui binari senza la dovuta protezione.

Secondo fonti giudiziarie, saranno fondamentali le registrazioni delle comunicazioni e gli atti interni tra le imprese coinvolte.

La morte di questi cinque operai ha acceso i riflettori su sicurezza sul lavoro, appalti ferroviari e catene di responsabilità. La decisione della Procura di escludere il dolo eventuale non riduce la gravità dell’accaduto, ma pone l’accento su negligenze e violazioni sistemiche. Ora sarà la magistratura a stabilire il grado di coinvolgimento e le eventuali colpe di ciascuno.

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