Stasi e Sempio insieme in Procura: due verità, un solo killer

Delitto di Garlasco: saranno interrogati martedì separatamente ma in simultanea. Alla stessa ora a Venezia gli inquirenti sentiranno Marco Poggi.

Pavia – A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, la Procura di Pavia si prepara a un momento cruciale. Martedì prossimo, alle 14, Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto e oggi in semilibertà, e Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e nuovamente indagato dopo un’archiviazione nel 2017, saranno interrogati negli uffici di corso Cavour. Contemporaneamente, a Venezia, gli inquirenti sentiranno Marco Poggi, fratello di Chiara e amico di Sempio. Un triplo confronto che, secondo fonti investigative, potrebbe svelare elementi “decisivi” per ridefinire la verità su uno dei casi di cronaca nera più discussi in Italia.

La vicenda vede contrapposte due narrazioni inconciliabili. Da un lato, la sentenza del 2015 che ha riconosciuto Stasi, allora fidanzato di Chiara, come unico responsabile dell’omicidio, senza complici. Dall’altro, la nuova inchiesta della Procura di Pavia, guidata dal procuratore Fabio Napoleone e dai pm Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, che ipotizza la presenza di Sempio sulla scena del crimine: “in concorso” con Stasi o persone ignote, escludendo però la responsabilità di Stasi.

Stasi, 41 anni, ha sempre proclamato la propria innocenza, cercando ogni appiglio per ottenere una revisione del processo. Sempio, 37 anni, già indagato nel 2016-2017 per il DNA trovato sotto le unghie di Chiara, si dice estraneo ai fatti e “stanco” di un caso che lo ha travolto mediaticamente. Martedì, i due si troveranno per la prima volta nello stesso luogo, anche se interrogati separatamente, affrontando il “muro” di telecamere e fotografi davanti alla Procura.

La Procura di Pavia ritiene di avere elementi sufficienti per riaprire il caso, ben prima delle conclusioni dell’incidente probatorio sul DNA, attese per l’autunno. Tra le piste investigative, spiccano i dubbi sull’alibi di Sempio, in particolare il biglietto del parcheggio di Vigevano delle 11.18 del 13 agosto 2007, che non convincerebbe più gli inquirenti. Anche le telefonate a casa Poggi nei giorni precedenti il delitto, giustificate come errori o tentativi di contattare Marco (in vacanza in Trentino), sono considerate “suggestive” ma non decisive.

Le perquisizioni del 14 maggio 2025 nelle abitazioni di Sempio, dei suoi genitori e di due amici hanno portato al sequestro di cellulari e pc, ma l’analisi di questi supporti è ancora in corso. Gli inquirenti sembrano tuttavia già in possesso di prove ritenute “robuste”, forse scientifiche o indiziarie, che giustificherebbero un’interrogazione così anticipata.

Un elemento centrale rimane il DNA sotto le unghie di Chiara, compatibile con Sempio secondo nuovi esami condotti con tecniche avanzate, ma non con Stasi. Tuttavia, la presenza di questo DNA potrebbe derivare da un contatto precedente, come l’uso del computer di Chiara, e non necessariamente da un’aggressione. Inoltre, i reperti del Tribunale di Pavia, come il pigiama della vittima, sono stati distrutti nel 2022, complicando ulteriori analisi.

L’interrogatorio di Marco Poggi a Venezia, in parallelo, suggerisce che gli inquirenti vogliano chiarire la dinamica dei rapporti tra Sempio, Marco e Chiara. La scelta di condurre i tre interrogatori contemporaneamente sembra volta a evitare fughe di notizie o influenze reciproche tra i testimoni.

Le recenti operazioni investigative, coordinate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, hanno incluso anche lo svuotamento di un canale a Tromello, alla ricerca di un’arma del delitto, forse un martello o un attizzatoio. Tuttavia, la famiglia Poggi ha ribadito che l’attizzatoio di casa è ancora presente, mentre un martello manca dal garage.

L’esito degli interrogatori di martedì potrebbe segnare una svolta. Se le prove contro Sempio fossero confermate, si aprirebbe la strada a una possibile revisione del processo, un evento “raro e straordinario”. Tuttavia, la Cassazione ha ribadito che il DNA di Sempio, pur compatibile, non è databile né necessariamente legato a un’aggressione, e che contro Stasi esiste un “mosaico di prove”.

Il delitto di Garlasco rimane un enigma giudiziario, con implicazioni che vanno oltre i protagonisti. La nuova inchiesta, con le sue promesse di “verità”, potrebbe finalmente chiarire chi, quel 13 agosto 2007, ha tolto la vita a Chiara Poggi. Oppure, aggiungere un altro capitolo a una storia che sembra non trovare pace.

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