Stadio di San Siro, la Procura di Milano apre un fascicolo sulla vendita a Milan e Inter. Il centrodestra: “Sala si dimetta”

Col fascicolo conoscitivo si intende verificare se con la vendita del Meazza e delle aree limitrofe ci siano o meno danni per le casse pubbliche.

Milano – La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo, per il momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla vicenda della vendita dello stadio Meazza e dell’area circostante di San Siro. La notizia è stata anticipata oggi dal sito di cronaca giudiziaria Giustiziami.it e confermata – si legge sull’Ansa – da fonti qualificate. Nel fascicolo aperto, coordinato dal pool guidato dall’aggiunta Tiziana Siciliano che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione, si intende verificare se con la vendita di stadio e aree limitrofe ci siano o meno danni per le casse pubbliche.

“Il Comune – si legge sul sito – è tenuto a non regalare beni pubblici a soggetti privati. Finora si è parlato di 124 milioni per acquistare l’area, 72,98 milioni per lo stadio,  meno 80 milioni che potrebbero essere a carico del Comune per lo smaltimento delle macerie e la bonifica. Quindi 116,98 milioni in tutto per un’area di 280 mila metri quadri. Cioè 417,79 euro al metro quadro”.

“Sulla valutazione del Meazza – continua l’articolo – aleggia un altro dubbio visto che poi l’impianto genera 25 milioni di ricavi. Era stato applicato un deprezzamento dovuto alla vetustà dell’impianto ma anche alla considerazione che gli spazi commerciabili interni non sarebbero incrementabili. Ciò deriva da una dichiarazione di M-I Stadio, la società partecipata da Milan e Inter che lo gestisce. Dunque dagli stessi acquirenti, oppure per loro tramite dal Comune di Milano. Ma va considerato che il progetto di ristrutturazione di Arco Associati presentato nel 2024 aveva dimostrato la possibilità di raddoppiarli”.

“Il fascicolo sul Meazza – si legge ancora nel pezzo, firmato Frank Cimini – non arriva in un momento tranquillo per la giunta di centrosinistra considerando l’inchiesta sull’ urbanistica, i venti cantieri bloccati, la costruzione di grattacieli di venti piani attraverso la ristrutturazione formale di cortili. Insomma la storia della legge Salva Milano che per ora pare bloccata. Ma ormai siamo pure in una situazione assurda in cui la destra manifesta davanti a palazzo Marino chiedendo le dimissioni del sindaco Beppe Sala e nello stesso tempo l’approvazione della Salva Milano. Il sindaco in seconda battuta dice che comunque ci vuole una legge. Nel paese delle 2000 leggi e regolamenti”.

“I comitati dei cittadini – prosegue il testo su Giustiziami.it – chiedono al Comune di costituirsi parte civile nei processi per gli abusi edilizi che sono già iniziati. Nessuno però finora ha chiesto la creazione di una commissione e interna amministrativa per capire intorno agli abusi edilizi o presunti tali che cosa fosse accaduto. Se i funzionari indagati e ora sotto processo avessero ricevuto direttive politiche”. “Insomma nel caos urbanistico mancava solo l’inchiesta sulla vendita di San Siro”, conclude il pezzo.

Il centrodestra chiede le dimissioni di Sala

“L’indagine esplorativa aperta dalla Procura di Milano sulla vendita di San Siro è l’ennesima conferma della gestione opaca e fallimentare del Comune su un tema così cruciale per la città”. Lo spiega in una nota Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale a Milano, secondo cui “Sala e la sua amministrazione non sono in grado di gestire un bene pubblico di questa importanza con trasparenza e competenza”. La Lega chiede quindi “chiarezza immediata e un cambio di rotta per evitare che San Siro diventi l’ennesimo simbolo del fallimento della sinistra alla guida di Milano”.

Fratelli d’Italia continua con la richiesta di dimissioni del sindaco Giuseppe Sala visto che era “da ‘Mani Pulite’, fine aprile 1992, che in Comune a Milano” non si vedevano “inchieste così importanti e pesanti”, commenta il deputato di FdI Riccardo De Corato. “E’ arrivato il momento che il sindaco Sala si dimetta e faccia un passo indietro prima che, poi, si arrivi al peggio e debba lasciare il proprio ruolo, magari, forzatamente”, aggiunge.

“Manca ancora il bando sulla vendita dello stadio, ma non l’inchiesta preventiva sul danno erariale – commenta invece Alessandro De Chirico consigliere comunale di Forza Italia -: fatto assolutamente singolare”. “Sicuramente non una buona domenica per il sindaco Sala, se fossi in lui inizierei a domandarmi se non sia arrivato il momento di farsi da parte – conclude – e lasciare a persone più preparate l’amministrazione della città di Milano che ha così bisogno di riprendersi dopo i disastri del centrosinistra”.

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