Spacciano acciaio cinese come coreano per non pagare dazio: sequestro della Gdf [VIDEO]

Nel mirino dei finanzieri una società della provincia di Ferrara i cui responsabili sono già indagati, unitamente a quelli di un ditta varesina, per contrabbando e falso ideologico.

Ferrara – Al termine delle indagini dirette dall’European Pubblic Prosecutor’s Office (EPPO) di Bologna, la Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di circa 950 mila euro nei
confronti di una società della provincia estense.


Il provvedimento è stato emesso sulla base delle risultanze degli ulteriori approfondimenti investigativi effettuati nell’ambito del procedimento penale che vede interessati i responsabili di due imprese (una della provincia estense e l’altra di Varese) indagati per contrabbando e falsità ideologica in atti. Avrebbero, infatti, importato coils d’acciaio prodotti in Cina che venivano fatti risultare come originari della Corea del Sud per eludere il pagamento dei diritti doganali (il dazio anti dumping che grava sulla merce di origine cinese).


In tale contesto, nel mese di ottobre del 2024, le due imprese avevano già subito il sequestro di disponibilità
finanziarie per complessivi 2,4 milioni di euro
. Dagli ulteriori approfondimenti eseguiti dai finanzieri estensi sono state ricostruite 60 operazioni di importazione della stessa merce per la quale è stata consegnata, ai competenti uffici dell’Agenzia delle Dogane, certificazione attestante una diversa origine del prodotto.

In particolare, tra la documentazione sequestrata nel corso delle perquisizioni effettuate in varie regioni d’Italia sono stati individuati gli originali certificati predisposti dalla società produttrice dell’acciaio che riportavano, oltre al nominativo dell’impresa, l’effettiva origine cinese del prodotto. In sede di importazione delle stesse partite di acciaio le dichiarazioni risultavano poi essere state oggetto di alterazione nella parte attestante la falsa provenienza dalla Corea del Sud. Attraverso tale escamotage i responsabili della società ferrarese hanno ottenuto un ulteriore illecito risparmio, per il mancato pagamento dei diritti doganali, quantificato in circa 950 mila euro.

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