L’avvocato Domenico Peila che difende i coniugi torinesi accusati di rapina e poi scagionati: “E’ un paradosso, ricorso in Cassazione”.
Bari – Sono innocenti ma non hanno diritto a nessun risarcimento. “Siamo al paradosso. Si imputa ai miei assistiti un fatto di cui sono loro stessi le vittime, in prima persona”. E’ il commento dell’avvocato Domenico Peila alla decisione della Corte di appello di Bari di respingere la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione presentata da una coppia di torinesi, Luciano Di Marco e Anna Bonanno, di 42 e 35 anni. Nel 2019 i due furono sospettati di essere gli autori di una rapina a una gioielleria di Cerignola (Foggia). L’uomo fu arrestato e trascorse in carcere 120 giorni, la donna – che aveva partorito da poco – venne messa ai domiciliari.
Entrambi si dissero innocenti e furono scagionati da una perizia antropometrica. I giudici però non hanno concesso l’indennizzo perché, a loro parere, sostennero la loro tesi con “inesattezze e imprecisioni macroscopiche”. Peila, che assiste i coniugi insieme al collega Giacomo Lattanzio, del Foro di Foggia, non esclude un ricorso in Cassazione. La rapina fu commessa l’8 marzo 2019. Il 5 giugno successivo scattò l’arresto per Di Marco, che rimase in carcere per 120 giorni, mentre la moglie venne messa ai domiciliari perché aveva partorito da poco. Erano stati identificati dalle commesse ma in realtà quel giorno erano in Piemonte (lui al lavoro e lei dal pediatra) e lo dimostrarono con alcuni testimoni fino a essere scagionati grazie a una perizia antropometrica.
Quanti sono gli errori giudiziari in Italia? Quante persone ogni anno finiscono in carcere o agli arresti domiciliari, salvo poi rivelarsi innocenti? Nell’ultimo dossier stilato da errorigiudiziari.com, l’associazione che da oltre 25 anni fa luce sul dramma degli innocenti in cella, le cifre fanno impallidire. Mettendo insieme sia le vittime di ingiusta detenzione sia quelle di errori giudiziari in senso stretto: dal 1991 al 31 dicembre 2023 i casi sono stati 31.397: in media, poco più di 951 l’anno (nota bene: in questo totale manca il dato complessivo degli errori giudiziari del 2023). Il tutto per una spesa complessiva dello Stato gigantesca, tra indennizzi e risarcimenti veri e propri: 960 milioni 781 mila euro e spiccioli, per una media di poco inferiore ai 29 milioni e 114 mila euro l’anno (e anche in questo caso, non è disponibile il dato complessivo per la spesa in risarcimenti da errori giudiziari del 2023).
Nel 2023 i casi di ingiusta detenzione sono stati 619, per una spesa complessiva in indennizzi di cui è stata disposta la liquidazione pari a 27 milioni 844 mila euro. E proprio a Bari, teatro della vicenda della coppia a cui è stata negata l’ingiusta detenzione, c’è il dato del distretto di Corte d’appello della città pugliese, dove le ingiuste detenzioni accertate passano dalle otto del 2022 alle 20 del 2023 con una spesa in indennizzi che ha superato i 548mila euro: un valore, quest’ultimo, più che decuplicato, visto che nel 2022 si aggirava intorno a “soli” 51mila euro.