Simba La Rue torna in carcere: revocati i domiciliari dopo la “fuga” e l’incidente al kartodromo di Rozzano

Il noto trapper era uscito di casa violando la misura cautelare. I giudici: “Totale incapacità di autocontrollo”. De Corato (FdI): “Decisione giustissima”.

Milano – Si riaprono le porte del carcere per Simba La Rue, il noto trapper di 21 anni condannato lo scorso ottobre per lesioni e rapina. Il cantante, al secolo Mohamed Lamine Saida, si trovava da fine marzo ai domiciliari. I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno scoperto che Simba La Rue è andato al kartodromo di Rozzano, vicino al capoluogo lombardo, mentre era sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma. Il trapper si trovava con alcuni amici quando avrebbe perso il controllo della vettura schiantandosi contro un palo e poi «dandosi alla fuga». Nel provvedimento di carcerazione il tribunale di secondo grado parla di gravi e «reiterate violazioni» e «totale incapacità di autocontrollo dell’imputato».

Lo scorso ottobre, il trapper è stato condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi nel processo relativo a una sparatoria vicino a Corso Como, nel centro di MIilano, avvenuta nel luglio del 2022. A questo si aggiunge poi un’altra condanna a 4 anni in un altro procedimento sempre relativa alla cosiddetta «faida tra trapper» milanesi. A inizio anno, Simba La Rue aveva ottenuto il trasferimento ai domiciliari. Ma dopo la bravata al kartodromo di Rozzano, la procura generale della Questura di Milano ha chiesto il suo ritorno in carcere.

Apprezzamento nei confronti della decisione dei giudici è stata espressa dal deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato, che segue la vicenda con particolare attenzione. «Ha fatto benissimo la Corte d’appello di Milano a spedire in galera Simba la Rue e a revocargli i domiciliari – ha detto – De Corato, membro della Commissione Sicurezza delle Periferie in Italia -. Stiamo parlando, ed i fatti lo dimostrano spesso che la gran parte di questi trapper, di ragazzi particolari, di seconda generazione, non di buone famiglie e che sono cresciuti in Italia da famiglie arabe, che evidentemente non hanno mai voluto integrarsi. Tali soggetti non sanno cosa siano le regole del vivere civile, per loro valgono solamente le ‘regole della strada’: Risse, accoltellamenti, sparatorie, spaccio, furti e persino sequestri, il tutto sempre per le vie della nostra città! Recentemente avevo manifestato tutte le mie perplessità sui domiciliari dati al trapper, che sono misure cautelari non sufficienti per questi ragazzi, tanto è vero che li aveva già violati qualche anno fa».

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