A due anni e mezzo dalla scomparsa della 77enne, il Gip di Rieti conclude che non ci sono evidenze di omicidio o morte violenta.
Rieti – Archiviato il fascicolo relativo a Silvia Cipriani, l’ex postina 77enne di Cerchiara, frazione di Rieti scomparsa e trovata morta due anni e mezzo fa in un bosco a Montenero Sabino. Il Gip del tribunale della città laziale ha decretato la chiusura del caso, ponendo fine a un caso di cronaca nera che per mesi aveva catturato l’attenzione dei media nazionali.
Silvia Cipriani si era allontanata da casa il 21 luglio del 2022 e non è più tornata. A dare l’allarme erano stati i familiari, che preoccupati della sua assenza si sono rivolti alle forze dell’ordine. Le ricerche erano scattate immediatamente con la collaborazione di parenti e amici, che avevano rivolto un appello anche attraverso i social.

Le speranza di ritrovare Silvia in vita si erano infrante una settantina di giorni dopo, il 26 settembre, quando un cercatore di funghi aveva segnalato la presenza di un’auto grigia incidentata nel bosco di Montenero Sabino. Setacciando i dintorni, era quindi stato trovato ciò che restava del cadavere della donna: resti ossei e brandelli di indumenti, una scarpa e la borsetta. I campioni, esaminati dagli antropologi forensi, si rivelarono troppo esigui e deteriorati per poter fornire elementi certi a ricostruire le circostanze del decesso.
Sulle prime il nipote Valerio era stato indagato come atto dovuto, con l’ipotesi di reato di omicidio volontario. Ma gli accertamenti scientifici successivi non avevano prodotto prove a supporto della sua incriminazione.
E così, dopo due anni e mezzo di ulteriori indagini e approfondimenti, il pm e il giudice si sono ora definitivamente convinti che la morte di Silvia Cipriani sia da assegnare a una tragica fatalità. Secondo gli inquirenti la donna non è stata vittima di omicidio, né vi è stato occultamento o spostamento del cadavere. Semplicemente, sarebbe deceduta per cause naturali, forse per un malore – la donna soffriva di ansia – o una serie di sfortunate concomitanze accidentali. Potrebbe essere caduta oppure aver perso l’orientamento e quindi la vita, non essendo in grado di tornare indietro né di chiamare aiuto. La Procura in ogni caso non ha alcun dubbio: nessun segno di rapimento, di morte violenta o di azioni delittuose premeditate, nessun coinvolgimento di terzi nella vicenda. Il caso è chiuso. Ma i dubbi su come la donna sia finita in quel bosco e su quel che sia davvero successo nei suoi ultimi istanti di vita, quelli restano.