La premier al convegno della ministra per la Famiglia Roccella: “Quanto prima una legge per rendere reato universale la maternità surrogata”.
Roma – Bisogna contrastare “il falso mito” proclamato “per decenni da cattivi maestri, secondo cui la genitorialità è qualcosa di stantio, un concetto arcaico, patriarcale”. In parallelo lo Stato deve investire per sostenere la natalità, e l’Europa “non può considerare quella spesa pubblica come altre spese nei nostri bilanci”. Giorgia Meloni declina così la lotta all’inverno demografico, ribadendo però che fra le soluzioni non vanno considerati strumenti come la gestazione per altri. “L’utero in affitto è una pratica disumana”, ha insistito la premier dal palco dell’evento “Per un’Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro”.
La premier auspica l’approvazione “quanto prima” della proposta di legge per rendere questa forma di procreazione assistita reato universale, e quindi perseguibile in Italia anche se commesso all’estero. E per arrivarci potrebbe bastare qualche settimana. In commissione Giustizia al Senato sono in corso le audizioni sul testo, presentato da FdI e già approvato dalla Camera a fine luglio in prima lettura. Per Meloni la Gpa alimenta “un mercato transnazionale” e non è “un atto d’amore considerare i figli come un prodotto da banco in un supermercato, né è un atto d’amore trasformare il legittimo desiderio di avere un figlio in un diritto che puoi garantirti con qualsiasi mezzo possibile”.
In Italia “non esiste nessun bambino al quale non siano assicurati pieni diritti”, aggiunge la presidente del Consiglio, da sempre contraria alla possibilità che coppie omogenitoriali adottino dei bambini, e convinta che “garantire pari opportunità a donne e uomini” non possa “cancellare la specificità del rapporto della madre e del padre”. Sono fra i passaggi più applauditi nei venticinque minuti di discorso al Tempio di Adriano, nel corso del convegno organizzato dalla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. Ad aprire l’evento un breve videomessaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
“Il futuro del Paese si misura sulla capacità di dare risposte alle giovani generazioni – ha sottolineato il presidente della Repubblica. Occorre che le Istituzioni ne prendano coscienza, per attuare politiche attive
che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità”. Una necessità, ha precisato il capo dello Stato, per “dare attuazione al dettato costituzionale”. Per Roccella, la denatalità genera anche “un nuovo problema, la solitudine”, perché “altera la struttura non solo delle parentele ma dell’intera popolazione”.
“Tutta l’Europa è in calo demografico”, ha affermato la ministra davanti alle commissarie Ue per la Demografia e per l’Uguaglianza, Dubravka Suica e Helena Dalli, ed è importante che, oltre ai singoli Paesi,
“anche l’Europa se ne occupi”. D’altronde, è il punto di vista del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per rendere “sostenibile” il debito “occorrerebbe un’Europa giovane”, mentre le proiezioni “al 2050, al 2060, ma anche al 2040” ci mettono di fronte a una “tragedia annunciata”. Preoccupano anche gli effetti sul mondo del lavoro perché, l’avvertimento della ministra Marina Calderone, “4,5 milioni di boomer lasceranno la
vita lavorativa attiva nei prossimi 4 anni”.
Il governo rivendica “un cambio di passo”. “Abbiamo aperto all’immissione di immigrati nel mercato del lavoro come mai nessuno prima”, dice Roccella. “Ma non possiamo pensare – osserva il vicepremier Antonio Tajani – di colmare il calo demografico con la presenza di migranti regolari”. Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto prospetta una “strategia” contro lo spopolamento delle aree interne. E Meloni rivendica che, nonostante le “difficoltà di bilancio ereditate da allegre gestioni”, sono stati messi in campo “2,5 miliardi di
investimenti diretti, con benefici per le famiglie italiane di 16 miliardi di euro”.