Sarebbe deceduta per un avvelenamento accidentale la donna di Ariano Irpino che si era sentita male dopo una pizza in un noto locale della zona. La Procura procede per omicidio colposo.
ARIANO IRPINO (Avellino) – Non si è trattato di tossinfezione alimentare ma di avvelenamento. Non c’entra nulla dunque la pizza mangiata dalla vittima nel ristorante-pizzeria Oasi di Ariano Irpino. Pare infatti che a uccidere Gerardina Corsano, 45 anni, sia stata una forte dose di sostanza velenosa probabilmente contenuta nei pesticidi usati nell’azienda agricola di famiglia. Anche il marito della donna, Angelo Meninno, 52 anni, era stato colto da malore gastrico ma la dose di veleno con la quale sarebbe venuto contatto pare fosse di gran lunga inferiore a quella che ha condotto al decesso la moglie.
La tragedia si sarebbe consumata il 28 ottobre scorso quando i due coniugi arianesi, dopo una cena in pizzeria, iniziavano ad accusare forti dolori allo stomaco. Dolori di cui avrebbero sofferto per due giorni, quelli successivi alla cena, prima che ci scappasse il morto.
Dall’ospedale entrambi i coniugi erano stati dimessi per ben due volte ma alcune ore più tardi marito e moglie venivano trasportati per la terza volta, ma d’urgenza, all’ospedale Frangipane dove, il 31 ottobre, Gerardina Corsano spirava dopo i molteplici tentativi di strapparla alla morte da parte dei sanitari del nosocomio arianese. Angelo Meninno, attese le sue condizioni meno gravi, veniva trasferito al Cotugno di Napoli dove rimaneva sino a guarigione avvenuta. Subito dopo polizia e carabinieri dei Nas eseguivano un sopralluogo nel ristorante di Ariano Irpino dove apponevano i sigilli sequestrando, contestualmente, cibi e bevande per poi inviarli presso i laboratori dell’Istituto superiore di Sanità per gli esami tossicologici ed altre verifiche scientifiche. Le indagini, coordinate dalla Pm Maria Amalia Capitanio, della Procura di Benevento, proseguivano con il sequestro dei telefoni cellulari di tutti i familiari dei due coniugi onde ottenere un quadro più completo della situazione, dunque il provvedimento non sarebbe legato a particolari interpretazioni investigative.
Venivano poi iscritti sul registro degli indagati i due titolari della pizzeria e il medico dell’ospedale Frangipane che aveva firmato il foglio delle dimissioni dei due pazienti. Dopo alcuni giorni l’inchiesta prendeva una piega diversa: le analisi di laboratorio non evidenziavano alcuna traccia di “botulino” o altri agenti letali presenti nei generi alimentari e bevande della pizzeria la cui attività commerciale riprendeva a pieno ritmo scagionando i proprietari. Il medico legale Monica Fonzo, incaricata dalla Procura di eseguire l’autopsia assieme ad altri colleghi, giungeva infatti a conclusioni assai differenti:
”Gerardina è certamente deceduta a causa di avvelenamento – scrive la dottoressa sul referto – La causa specifica della sua morte è ancora in attesa della valutazione della Procura e dei risultati dell’esame autoptico…Sia la vittima che suo marito hanno avuto contatto con una sostanza velenosa, con probabilità maggiore per Gerardina. La chiave per comprendere come il contatto con il veleno porti alla morte risiede nella dose assunta, che purtroppo Gerardina ha superato. Se questo sia stato accidentale o se qualcuno potrebbe aver somministrato loro deliberatamente la dose letale di veleno, al momento, non possiamo saperlo. Saranno le indagini a determinare la verità. È certo che sono entrati in contatto con una sostanza velenosa, che potrebbe essere un pesticida o qualsiasi altra cosa…”.
Una volta chiarito che il decesso è avvenuto per avvelenamento, ed assolutamente esclusa l’intossicazione alimentare, gli inquirenti hanno preso in considerazione la supposizione che ad uccidere Gerardina Corsano possa essere stata una sostanza velenosa con cui sia lei che il marito sarebbero venuti a contatto. E i sospetti si sono concentrati sui componenti chimici tossici e letali, per ingestione e contaminazione in genere, utilizzati nell’azienda di Angelo Melillo, imprenditore agricolo. Si tratterebbe di fertilizzanti, diserbanti chimici o fitofarmaci che, se ingeriti o manipolati senza precauzioni anche in dosi relativamente basse, provocano dolori lancinanti allo stomaco e morte del malcapitato:
”Non si indaga per omicidio volontario – ha detto Aldo Policastro, procuratore di Benevento – e non ci sono altri indagati”. L’avvelenamento dunque sarebbe stato accidentale e l’inchiesta prenderebbe la direzione dell’omicidio colposo:” Qui si è persa la vita di una donna di 45 anni – dice l’avvocato Gerardo Giorgione, legale della famiglia della vittima – e vogliamo sapere che cosa è successo”.