Il rebus, al momento, rimane irrisolto. Più di qualcuno sa che cosa è accaduto ma nessuno è disposto a parlare. Al momento le ricerche della ragazza pachistana scomparsa nel nulla sono state sospese mentre continuano le indagini. Anche a livello internazionale. I genitori della ragazza, lo zio Danish Hasnain ed un cugino della giovane studentessa sono ancora latitanti e attivamente ricercati.
Novellara – Non c’è più nessuno nelle campagne della Bassa reggiana dov’è scomparsa Saman Abbas, la ragazza diciottenne presumibilmente morta ammazzata per mano dei suoi parenti che la volevano costringere a sposare un uomo che non amava.
In via Colombo, dove abitava la famiglia pachistana, rimangono soltanto i sigilli della Procura di Reggio Emilia apposti dai carabinieri sull’ingresso di casa. Dei pochi contadini presenti nelle serre in pochi hanno voglia di parlare della vicenda che sino ad oggi rimane un mistero per gli abitanti di Novellara ed un rebus impegnativo per gli investigatori che hanno cercato Saman in lungo e in largo in un territorio troppo vasto dove ruderi di vecchie cascine si alternano a chilometri di serre, porcilaie in disuso, canali irrigui e aziende agricole dove si allevano suini e altri animali da macello.
Qualora Saman Abbas fosse stata uccisa e seppellita il suo cadavere potrebbe trovarsi ovunque. Oppure no a sentire le parole del suo fidanzato connazionale residente a Roma, Ayub Saqib di 21 anni, che ha più volte affermato di ritenere che la ragazza potrebbe essere viva ma nascosta chissà dove attese le minacce che il giovane e la sua famiglia avrebbero ricevuto in tempi recenti e che si aggiungono a quelle denunciate da Saqib prima della sparizione di Saman.
I due, infatti, si sarebbero dovuti sposare, a Roma, subito dopo il ritorno di Saman a casa dove la giovane avrebbe recuperato il suo passaporto ed altri effetti personali che il padre Shabbar le avrebbe sottratto per non farla fuggire:
”… Io penso sia ancora viva – ha detto Ayub – se fosse successo qualcosa sarebbe già stata trovata da qualche parte, forse la tengono segregata. Vorrei sposarla e poi fuggire lontano dalla sua famiglia…”.
Ayub Saqib ha detto anche che si sarebbe aspettato una protezione maggiore da parte delle autorità italiane ma non chiarisce in quale maniera atteso che carabinieri e magistratura hanno fatto tutto ciò che era in loro potere in questa vicenda in cui l’omertà è l’unica certezza.
Le ricerche dunque sono state sospese dopo due mesi di incessanti controlli e verifiche a tutto tondo. Nel frattempo sulla sparizione della pachistana si apprendono nuovi particolari. Saman lasciava la comunità di Bologna l’11 aprile per raggiungere in treno il fidanzato a Roma.
I due rimangono insieme per 9 giorni come se fossero già marito e moglie. La coppia decideva di unirsi in matrimonio e Saman ordinava il suo abito da sposa direttamente in Pakistan. Il 20 aprile la ragazza ritornava a Novellara per recuperare i documenti che le serviranno per le nozze.
Due giorni dopo, presso la locale stazione dei carabinieri, Saman veniva tranquillizzata dai militari che le avrebbero suggerito di non tornare a casa promettendole anche di procurarle copia dei documenti che il padre le aveva rubato. Saman ringraziava i militari ma rifiutava l’offerta. Perché se si sarebbe dovuta sposare da li a qualche giorno?
La ragazza tornava a casa e di lei si perdevano le tracce. Solo quell’ultimo video mostra Saman che cammina davanti a suo padre che scambia sms con lo zio Danish Hasnain, il giovane pachistano che sul suo profilo Facebook conserva immagini di bambini e amici che impugnano mitra e armi automatiche.
In realtà chi è questo individuo, tuttora latitante in qualche Paese europeo, sospettato di omicidio e occultamento di cadavere? Se non è un terrorista bene addestrato è certamente un uomo molto furbo che, premeditando l’uccisione della nipote, potrebbe avere studiato in ogni particolare la logistica dell’omicidio sfruttando le telecamere dell’azienda agricola per farsi ritrarre “apposta” con attrezzi da scavo assieme ai due cugini di Saman.
La ragazza, infatti, potrebbe essere stata seppellita chissà dove mentre i carabinieri, a forza di braccia, l’avrebbero cercata da tutt’altra parte “depistati” proprio da Hasnain che avrebbe rivelato al fratello della vittima un luogo inesatto dove cercare il cadavere, la famosa serra 4b. In molti sanno, anche fra i residenti, ma nessuno parla.