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Salute a rischio: di troppi antibiotici si muore

Un rapporto dell’Ocse, molto dettagliato quanto a numeri e dati, mette in chiaro come sia necessario un potenziamento del sistema sanitario pubblico nel nostro Paese. Urge pertanto un rilancio delle politiche nel settore, per tutelare la nostra salute al meglio. Privatizzare a tutto tondo è stato un danno incredibile.

Roma – L’Europa accende i riflettori sul sistema sanitario nazionale e offre un’indicazione chiara al Governo Meloni. Perché, oltre alla ricaduta in termini umani, stimata in circa 35mila morti all’anno nell’Ue, c’è anche quella economica. L’Italia e altri Paesi hanno dunque bisogno di un cambio di rotta in tema di salute. Niente tagli alla sanità pubblica, quanto, semmai, maggiore spesa. “La mancanza di diagnostica e di infrastrutture spesso costringe a prescrizioni preventive di antimicrobici, aumentandone l’uso e l’abuso” si sottolinea nel recente studio, che cita dati e suggerimenti dell’Ocse.

Investire solo 1,5 euro pro capite all’anno in un pacchetto di politiche per contrastare la resistenza antimicrobica è efficace e consente di risparmiare sui costi, evitando 27mila decessi e risparmiando 1,4 miliardi di euro”. La politica dunque è avvisata. Bisogna rilanciare le politiche per la sanità, che non vuol dire “privati”. Perché se da una parte si ribadisce una volta di più che lo scarso investimento in un’assistenza sanitaria di buona qualità è uno dei principali motori della resistenza antimicrobica, dall’altra parte si chiarisce che “affrontare gli aspetti socio-economici della salute, come ridurre la povertà generale e la disuguaglianza economica, garantire standard di vita, istruzione e salute di base, è fondamentale per ridurre il carico di infezione e la diffusione della resistenza agli antibiotici”.

Il sistema sanitario italiano necessita di un congruo ripensamento.

In sostanza, troppa sanità privata e poca sanità pubblica fa male alla salute. Carenza di personale, prevenzione, informazione e strutture adeguate determinano la prescrizione facile di antibiotici, con l’uso errato che ne deriva e il conseguente problema della resistenza a questo tipo di medicinali. Il centro studi del Parlamento europeo in uno studio di fresca pubblicazione a sostegno dei lavori degli eurodeputati inchioda i governi nazionali alle loro scelte.

La resistenza antimicrobica colpisce le regioni dell’Ue in modo molto diverso. In questo quadro variegato il carico complessivo delle infezioni da resistenza antimicrobica è più elevato nell’Europa meridionale e orientale, in particolare in Grecia, Italia e Romania, ed è fortemente correlato alla riduzione della spesa pubblica per un’assistenza sanitaria pubblica di buona qualità” si legge nel rapporto.

Peraltro, l’impatto della resistenza antimicrobica, come antibiotici, antivirali, antimicotici e antiprotozoici, si traduce in un aumento della spesa sanitaria con un onere economico superiore a 1,1 miliardi di euro all’anno. Qualcosa che un Paese come l’Italia, con il secondo debito pubblico più alto dell’Unione europea, non può permettersi. Di troppi antibiotici si muore. La resistenza a questi prodotti medicinali produce troppi decessi l’anno nel territorio dell’Ue ed il fenomeno purtroppo è in crescita.

Lo smodato uso di antibiotici ha generato un trend proccupante.

Un allarme lanciato dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione di malattie (Ecdc). In pratica “ogni giorno quasi 100 persone muoiono a causa di queste infezioni” batteriche che non vengono contrastate dall’utilizzo dei farmaci, denuncia la direttrice del Centro, Andrea Ammon. Che invita istituzioni comunitarie e governi nazionali, a ridurre l’uso non necessario di antimicrobici, migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, progettare e attuare programmi di gestione antimicrobica e garantire un’adeguata capacità microbiologica a livello nazionale.

La realtà è che c’è troppa disinformazione. Il sondaggio “Euro barometro” rileva che solo un europeo su due, ossia il 50%, sa che gli antibiotici non servono a uccidere i virus. L’antibiotico serve a curare infezioni batteriche e non virali, eppure tra quanti sono erroneamente convinti del contrario c’è metà Unione europea ignara di cosa si va ad acquistare in farmacia. Questo è ancora più forte in Italia. Qui solo il 46% delle persone interrogate sull’argomento dimostra di sapere che il prodotto medico non serve contro infezioni virali, mentre la maggioranza ha idee errate o una confessata ignoranza.

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