ROMA – VIA LIBERA DELLA CAMERA AL REATO DI OMOFOBIA: L’OPPOSIZIONE MINACCIA BARUFFE IN SENATO

Spetta alla scuola dell'obbligo spiegare alle giovani generazioni il rispetto delle diversità in tutte le loro molteplici sfaccettature.

Roma – L’omofobia diventa reato. Un primo passaggio parlamentare è stato fatto verso la definizione del reato in specie. Infatti la Camera ha approvato la legge per contrastare l’omotransfobia, la misoginia e le violenze contro le persone disabili. I sono stati 265, i no 193, gli astenuti 1. La legge va ora in Senato.

A ottenere il primo via libera è stato il testo di legge su Misure di prevenzione e contrasto alla discriminazione ed alla violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e la disabilità. Il testo legislativo, in sostanza, modifica i delitti contro l’uguaglianza previsti dagli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale. E’ stata istituita anche la Giornata nazionale contro l’omofobia che si celebrerà il 17 maggio.

I giudizi sull’esito del voto sono contrastanti, infatti esulta il centrosinistra, mentre promette battaglia, in Senato, il centrodestra. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Siamo di fronte a una legge le cui finalità sono del tutto condivisibili, infatti opporsi con forza alla discriminazione e alla violenza a causa dell’orientamento sessuale non è certamente un male ma attenzione a non trasformare in ideologia lo scontro culturale che rischia, in ogni caso, di apparire a senso unico. Il motivo è evidente.

Ogni questione decisa a proposito di sesso, orientamento sessuale e identità di genere apre scenari che vanno a intrecciarsi strettamente con l’antropologia della differenza sessuale e rende complicato separare le buone intenzioni dei legislatori dalle modalità con cui si esprimono questi obiettivi. Così appaiono comprensibili le perplessità e anche i timori per le eventuali ricadute culturali, che hanno accompagnato l’approvazione dell’articolo 6 che istituisce la relativa ricorrenza annuale in nome dell’omofobia. Disposizione questa che estende anche alle scuole elementari iniziative educative “contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”.

Come si comprende bene proprio questo passaggio scolastico è molto delicato e meriterebbe ulteriore approfondimento, che in futuro affronteremo. Nella speranza che anche la cultura tout-court ritorni a scuola riappropriandosi del suo ruolo primario.

L’articolo 604 bis del codice penale aggiunge tra i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa (punibili con la detenzione) anche gli atti di violenza o incitamento alla violenza e alla discriminazione “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità”.

Il reato di omofobia è sanzionato, secondo l’articolo 604 bis del codice penale, con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro. Inoltre è punito, con la reclusione da sei mesi a quattro anni, chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere e sulla disabilità.

Ma non è finita. La legge, inoltre, modifica anche l’articolo 604 ter del codice penale, relativo alle circostanze aggravanti, aggiungendo anche l’omofobia e la disabilità tra i reati la cui pena è aumentata fino alla metà. Si rileva che anche l’articolo 90 quater del codice di procedura penale, secondo quanto approvato dalla Camera dei Deputati, è stato modificato.

Infatti considerate le condizioni di particolare vulnerabilità le vittime di un reato di discriminazione godono di particolari tutele e protezioni durante il processo. Prevista anche la nascita dei centri di antidiscriminazione, con uno stanziamento di 4 milioni aggiuntivi all’anno.

 

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