La triplice sindacale esce dall'incontro col governo reiterando le minacce di sciopero. In un momento cosi delicato per la nazione sembra confermata per il 9 dicembre l'astensione dei lavoratori del pubblico impiego.
Roma – Corrente ad alta tensione tra sindacati e governo. Ognuna delle tre sigle, in piena libertà, ai fini di tutelare i propri iscritti tenta di ingaggiare battaglie contro la maggioranza per un po’ di visibilità, mentre il governo si barcamena per bilanciare i conti. Conti che non tornano. E come potrebbero con l’economia nazionale alla canna del gas?
In ogni caso mestieri e professioni vanno tutelati pertanto affermare che lo sciopero è dietro l’angolo, non è una mossa intelligente, anche se legittima, e che ci riporta prepotentemente alle continue tenzoni fra sindacati e il governo Renzi. L’allora leader del Pd riteneva inutile riunirsi con i sindacati perché poi, in piazza, andavano a raccontare ai lavoratori quello che volevano e non la verità sulle tematiche affrontate durante le riunioni.
Se Matteo Renzi era in buona fede c’era poco da dargli addosso. E che i sindacati, in particolar modo la Triplice, in questi ultimi anni abbiano perso di spessore e mordente è cosa risaputa e sulla tutela dei diritti dei lavoratori meglio stendere un velo pietoso.
Forse proprio per questi ed altri motivi il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha mandato in diretta streaming su Facebook, l’incontro col premier nonostante quest’ultimo non lo avesse preventivamente autorizzato. Questa è solo la premessa di un confronto più teso fra le opposte posizioni e che, probabilmente, potrebbe dare anche qualche sviluppo positivo. Sempreché durante questa partita a scacchi fra Cgil, Cisl e Uil e Governo, qualcuno accenni alla prima mossa.
Il confronto, ha affermato Conte, rimarrà aperto in Parlamento anche durante la discussione della legge di Bilancio. E cosi di seguito senza alcuna preclusione. Confrontarsi e ascoltarsi è un bene ma chiudersi a riccio o poggiare con forza la pistola sul tavolo minacciando l’astensione dal lavoro porterà verso la chiusura di qualsiasi trattativa e se questo significa tutelare i lavoratori meglio parlare di gossip.
Se la posizione dei sindacati si irrigidisse nei prossimi giorni, gli iscritti non manifesteranno gli entusiasmi di sempre. In un momento delicatissimo come questo invocare le braccia conserte, anche di un solo giorno, produrrebbe danni incalcolabili alla nostra economia ormai paragonabile a quella degli anni immediatamente successivi al dopoguerra. Lo sciopero del pubblico impiego previsto per il 9 dicembre sembra però confermato.
I segretari sindacali si sono lamentati anche del fatto che l’incontro sarebbe avvenuto solo dopo l’approvazione del testo in Consiglio dei Ministri. Ma elemento di frizione sono stati anche i metodi di svolgimento della riunione, durata tre ore, e alla quale hanno partecipato oltre al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli.
Stranamente invece di parlare di stanziamenti economici opportuni o da modificare, si è continuato a disquisire sull’opportunità o meno della diretta social. Lo stesso Bombardieri è tornato sull’argomento con una sparata che ha imbarazzato un po’ tutti i presenti:”...Credevo che Conte fosse un po’ più sportivo…”. Baggianate a parte il presidente Conte, per mesi, ha comunicato le scelte del governo attraverso puntuali conferenze stampa poi andate in onda su tutte le reti nazionali.
Ma i sindacati non sentono ragioni e lamentano il mancato confronto con il governo durante la stesura della nuova legge di Bilancio: “…Noi discutiamo di una manovra già approvata dal Governo e già illustrata dai suoi ministri sui social – ha dichiarato Bombardieri – ci aspettavamo un confronto più rispettoso…”.
A queste basse insinuazioni il presidente del Consiglio ha risposto per le rime. E stavolta giustamente: “…Io non ho mai parlato di concertazione – ha ribadito Conte – ma vi propongo di approfondire la legge di bilancio per poi rivedersi durante l’iter parlamentare e, soprattutto, incontriamoci anche sul Recovery Fund…”.
Ovviamente non si è parlato dei problemi sempre più seri che attanagliano larghe fasce della popolazione, piuttosto è sembrato un incontro-scontro sterile che ha lascia il tempo che trova. Anche la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, ha lanciato la sua bordata dal velato sapore satirico: “…La concertazione non è una parolaccia – ha chiosato Furlan – e che bisogna seguire, per il futuro, come metodo la discussione sull’accordo che abbiamo fatto nei giorni scorsi sulla cassa Covid e il blocco dei licenziamenti, che è stato un fatto positivo…”.
Certamente il governo Conte non si può dire che abbia fatto pappa e ciccia con i sindacati e verrà ricordato anche per questo. Di contro anche il sistema sindacale italiano risente della sua vecchiata e dovrebbe rinnovarsi anche perché il consenso di cui gode è sempre più esiguo. Carta canta.
Ti potrebbe interessare anche —->>
AVEZZANO – CARABINIERE AGGREDITO DA UN DOMENICANO UBRIACO MENTRE SEDAVA UNA RISSA.