Quattro giornate di visite gratuite, dal 13 ottobre al 10 novembre, in un luogo testimone della ascesa e della caduta del paganesimo.
Roma – Riapre le sue porte al pubblico il Santuario Siriaco del Gianicolo con quattro giornate di visite gratuite, tra ottobre e novembre, in un luogo che dalle origini di Roma fino alla tarda antichità è stato testimone della ascesa e della caduta delle religioni pagane ed è oggi più che mai pieno di fascino.
Il complesso, inizialmente considerato un luogo di culti siriaci, dopo gli ultimi studi e scavi avvenuti a partire dal 2000 è oggi interpretato come dedicato a Osiride. A suffragare questa ipotesi è una statuetta in bronzo, alta 50 cm, di una figura maschile avvolta nelle spire di un serpente, scoperta in un ambiente sotterraneo e identificabile, per caratteristiche e tipo di deposizione, con Osiride o Attis. La statuetta è oggi esposta al Museo Nazionale Romano.
Situato nel Rione Trastevere alle falde di Villa Sciarra, il santuario venne costruito nel IV secolo d.C. e sorge sui resti di edifici precedenti, del I-II secolo d.C. Un’iscrizione, tra le numerose ritrovate, evoca la ninfa Furrina e ha permesso di identificare nei pressi di villa Sciarra il Lucus Furrinæ, l’antico bosco e la fonte sacri a Furrina, una delle divinità più antiche dell’Urbs (una piccola sorgente è ancora attiva nel complesso), ma anche il luogo dove, secondo le fonti antiche, Caio Gracco si diede la morte nel 121 a.C.
«È una riapertura molto attesa – spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – che dopo cinque anni permetterà al pubblico di accedere a questa area archeologica, prima che diventi oggetto di importanti interventi PNRR: verranno realizzati la messa in sicurezza e il restauro delle strutture e sarà possibile allestire uno spazio espositivo e un punto di accoglienza nella ex casa del custode».
«Siamo felici di riaprire le porte del cosiddetto Santuario Siriaco nell’ambito del piano di valorizzazione della Soprintendenza Speciale di Roma – dice Rocco Bochicchio, responsabile del sito – si tratta di un luogo dal grande fascino, collegato alla permanenza di culti pagani in un’area commerciale e produttiva connessa con gli scali fluviali e i mercati dell’antica Roma».
Scoperto nel 1906 contestualmente a iscrizioni legate al culto di divinità orientali, il Santuario è stato oggetto per oltre cento anni di indagini archeologiche e studi per capirne la funzione.Gli scavi hanno individuato almeno tre fasi costruttive, a partire dal I secolo d.C. con condotte e piscine o vasche connesse con la fonte. Una seconda fase (II-III secolo d.C.) ha restituito apprestamenti idraulici, di drenaggio e ambienti pavimentati a mosaico. Le strutture attualmente visibili appartengono a una terza fase databile al IV secolo: un complesso orientato in senso est-ovest, composto da una sala absidata, fiancheggiata da due ali laterali, una corte centrale, una costruzione di forma poligonale, absidata a sua volta, inquadrata da due stanze pentagonali.
È in particolare questa ultima fase e i numerosi ritrovamenti che hanno dato origine a diverse interpretazioni dell’edificio, tra cui quella che si trattasse di un santuario siriaco, da cui poi il nome del luogo, ipotesi inizialmente suffragata da una iscrizione. Tuttavia, pur senza escludere un culto siriaco in una fase precedente, gli scavi e gli studi degli ultimi venticinque anni hanno avanzato una diversa spiegazione, oggi la più accreditata, che vede nel complesso del IV secolo un luogo di culto pagano, la cui particolarità è l’essere posto all’interno di una abitazione privata.
Il ritrovamento di una figura in bronzo avvolta nelle spire di un serpente, scoperta accanto a delle uova e altri oggetti rituali e identificabile con Osiride o Attis oltre alle statue di Dioniso in marmo e di un faraone in basalto nero, dimostrerebbero la dedica del luogo ai culti egizi degli inferi e della fertilità. La particolarità del complesso va ricercata anche nel fatto che l’edificio non si presenta come un tempio pagano: la struttura absidata di una parte dell’edificio e la stanza poligonale nella parte orientale assomigliano alle architetture delle domus tardo imperiali.
Con l’editto di Tessalonica del 380, Teodosio fece del Cristianesimo la religione unica e obbligatoria dell’impero, proibendo ogni altra forma di culto. Di conseguenza il complesso sarebbe una porzione di una villa suburbana, testimonianza del tramonto del paganesimo, quando i suoi culti vennero emarginati e costretti all’interno di abitazioni private. Che sia uno degli ultimi templi pagani mai costruiti a Roma, chiuso e sigillato dai suoi adepti così bene da rimanere nascosto fino ai moderni scavi archeologici, è una ipotesi possibile, ma tanto suggestiva quanto difficile da provarsi. Si tratta comunque di una importante testimonianza della presenza di influssi culturali provenienti dalle provincie orientali, in un luogo dal carattere commerciale e produttivo lungo la riva destra del Tevere, direttamente connesso agli scali fluviali.
Santuario Siriaco del Gianicolo
Ingresso da Via Dandolo, 47 – Roma
VISITE: 13, 20, 27 ottobre, 10 novembre
ORARIO: 9.30 – 12.30
GRUPPI: 25 persone ogni 30 minuti
VISITA LIBERA E GRATUITA
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA:
ss-abap-rm.santuariosiriaco@cultura.gov.it