Anche il comparto scuola ha subito modifiche sostanziali dopo l'evento calamitoso che ne ha sconvolto la quotidianità. Previsti incentivi e investimenti per i docenti ed il personale Ata.
Roma – Nel Piano Nazionale di Riforma si pensa anche alla scuola. Non solo per iniziare l’anno scolastico senza le tante ed ormai ineludibili polemiche di partenza, piuttosto per togliere ogni disfunzione possibile. Si studia, soprattutto, per migliorare la sicurezza e la didattica a distanza, nella prospettiva di un nuovo e più acuto lockdown. Allo studio, infatti, vi sono norme per evitare che vengano formate le cosiddette “classi pollaio”.
Per far funzionare meglio il sistema scolastico, si legge nella bozza di Pnr, appare ineludibile una revisione dei criteri di numero degli alunni nelle classi previsti dal Dpr 81/2009 per garantire stabilmente un migliore equilibrio tra le esigenze didattiche e di organizzazione del personale, anche al fine di evitare il fenomeno delle “classi numerose” che superano i parametri di legge. Ciò consentirebbe anche di liberare risorse in grado di permettere alle istituzioni scolastiche un pieno e adeguato utilizzo, attraverso gli strumenti della flessibilità (scomposizione delle classi in gruppi di livello, recupero degli apprendimenti, individualizzazione e personalizzazione attraverso il curriculum delle studente) dell’organico in autonomia. Quanto detto, precisa il piano, con l’intento di valorizzare l’identità dello studente, le diverse abitudini e le sue molteplici potenzialità e capacità.
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Il Governo al lavoro, anche, per rafforzare didattica a distanza. Infatti sempre sul fronte scuola, nei prossimi anni, a fronte dell’incertezza dettata dalla possibilità che l’emergenza sanitaria possa ripresentarsi, si lavora a un rafforzamento della didattica a distanza. In questo senso nel Pnr si annuncia un piano per rafforzare la formazione continua, che riguarderà tra l’altro il personale docente (in merito ai nuovi mezzi, agli strumenti tecnologici e, soprattutto, all’applicazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione alla didattica, di cui quella a distanza rappresenta un elemento fondamentale) e il personale ATA (per il potenziamento di tutte le attività didattiche, ma anche amministrative che le singole istituzioni scolastiche sono chiamate ad erogare in forma telematica, e dunque anche a distanza, a vantaggio dell’utenza).
Secondo il testo di riforma è prevista anche l’implementazione di una piattaforma digitale “proprietaria del Miur” per la didattica digitale, formazione continua degli insegnanti, unitamente alla ricerca e alla definizione di contenuti didattici da erogare a distanza, in modo uniforme e differenziato per età, a vantaggio di tutta l’utenza scolastica. Entro due anni, le scuole statali superiori e medie dovranno essere connesse con collegamenti in fibra ottica. Lo stesso è previsto per le scuole elementari e dell’infanzia delle aree bianche, quelle dove le infrastrutture per la banda larga sono inesistenti. Con l’erogazione di voucher per le connessioni veloci e l’acquisto di pc e tablet per le famiglie con Isee sotto i 20mila euro.
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Così il governo intende passare, con il PNR (Piano Nazionale di Riforma), dalla promessa di riduzione del debito pubblico in dieci anni all’incremento della produttività. Occhi puntati sul Decreto Semplificazioni per rilanciare e modernizzare il Paese. Sono previsti, infatti, la riforma del fisco, investimenti su scuola, sanità, innovazione e sostenibilità, con un ruolo strategico anche dell’Ilva di Taranto.
Tanto per non farci mancare nulla e salvo ripensamenti dell’ultima ora, una norma contenuta nella bozza del Decreto Semplificazioni prevede che il commissario all’emergenza Domenico Arcuri dovrebbe occuparsi, anche, della fornitura di gel, mascherine e ogni necessario bene strumentale, compresi gli arredi scolastici. Insomma di ogni utilità che serva a garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020-2021, nonché a contenere e contrastare l’eventuale emergenza nelle istituzioni scolastiche statali. Ci riuscirà?
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