ROMA – NESSUNO PUO’ ENTRARE NELLE NOSTRE CASE MA LE NORME VANNO OSSERVATE

La Costituzione italiana considera il domicilio inviolabile e lo paragona alla libertà personale. Il buon se senso e la responsabilità ci impongono comunque di osservare le regole anti-Covid per la nostra salute.

RomaIn casa propria nessuno può entrare. Nemmeno per verificare quanti ospiti abbiamo invitato. Non c’è dittatura ma democrazia e il nostro non è certamente uno “regime di polizia”. Non ci sarà alcuna intrusione nelle famiglie degli italiani. Ma l’invito del Presidente del Consiglio deve essere accolto: stop dunque alle feste in famiglia con oltre sei persone non conviventi e tutti con regolare mascherina. Fuori di casa inutile ripeterlo: dappertutto con mascherina e nel rispetto del distanziamento sociale. Tranne nei pochi casi previsti dall’ultimo Dpcm contenente le norme anti-Covid già in vigore.

E’ d’altronde palese che solo con qualche buona precauzione potremo convivere con il virus e dunque svolgere le nostre consuete attività. Infatti l’esortazione contenuta nel decreto da parte del premier Conte è quella di evitare feste private specie con persone non conviventi maggiori di sei. Un consiglio ed un limite ragionevole.

La Costituzione, in primis, tutela il domicilio con tutte le garanzie necessarie a proteggere il cittadino da ogni abuso, anche da parte delle autorità dello Stato. L’articolo 14 la Costituzione stabilisce che “il domicilio è inviolabile“. Così “non si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale“. Viene anche chiarito, al terzo comma, quali leggi occorrono per le verifiche all’interno delle abitazioni: “gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali”.

Infatti è previsto per motivi sanitari (verifica delle condizioni igieniche di una abitazione o luogo di lavoro), di incolumità (verifica delle condizioni di un luogo aperto al pubblico) o per fini fiscali, accedere nella proprietà privata. Peraltro il domicilio è definito dal codice civile, all’art. 43, come il luogo ove una persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. Una nozione, in sostanza, in cui può rientrare non solo la casa di abitazione ma anche una dimora temporanea.

Il magistrato soltanto può autorizzare l’ingresso nella privata dimora

In definitiva viene estesa al domicilio una tutela identica a quella stabilita per la libertà personale. Pertanto se il domicilio è inviolabile, ne deriva che per accedervi e condurvi ispezioni o perquisizioni o, addirittura, sequestri è necessaria un’autorizzazione motivata da parte del magistrato. A coloro i quali sono soliti spararle grosse o a dire fesserie in quantità industriali ricordiamo che nel Dpcm ultimo, a tal proposito, non si parla di divieto ma di “forte raccomandazione” a stare attenti ed osservare il buon senso.

Il che vuol dire che non sarà fatto alcun controllo nelle abitazioni, non potendo essere disposta nemmeno una indagine, in tal senso, seppur a campione, salvo le delazioni dei vicini. Queste ultime, ne siamo certi, non si faranno attendere. Ma in quel caso saranno le forze dell’Ordine e valutare caso per caso.

Il dettato Costituzionale tutela i diritti del Cittadino

Le restrizioni contenute nel Dpcm servono per evitare un nuovo lock-down o comunque altri limiti eccessivi che possano mettere in ginocchio le attività del Paese. Soprattutto quelle economiche. Alla fine il tanto auspicato compromesso è stato trovato a approvato. Adesso spetta a noi comportarci in maniera civile e responsabile. Cerchiamo di non tornare indietro. Guardiamo avanti, al nostro futuro in salute

 

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