Abbassare la guardia significa cacciarsi in guai seri. Occorre però chiarezza e onestà intellettuale e soprattutto informare il cittadino ponendolo nelle condizioni di comprendere la realtà dei fatti.
Roma – Ad appena qualche giorno di distanza dall’ultimo provvedimento è in programmazione un nuovo Dpcm. Si parla di ore per il varo del nuovo documento con misure ancora più stringenti. Diverse le ipotesi al vaglio. Si discute, ancora una volta, su una chiusura di ristoranti, bar e pub tra le ore 22 e le 23. Con un ulteriore restringimento degli orari, forse, nei weekend. Le Regioni potranno soltanto inasprire le misure cautelari ma senza esagerare.
La Movida bisogna contenerla a tutti i costi e in tutta Italia. Pertanto sono previste regole anti-Covid ancora più severe. D’altronde l’emergenza non si è ancora conclusa ed i contagi sono in netta risalita, con una diffusione maggiore del virus nonostante il gran numero di infetti asintomatici, oltre il 90%, a cui fanno seguito malati con sintomi parainfluenzali, malati gravi e pazienti in terapia intensiva.
Il rischio, in un modo o nell’altro, aumenta nei luoghi affollati. Dunque occorre solo buon senso, cambiare stili di vita e ridurre i rapporti sociali che non sono necessari. Evitare di uscire, sicuramente, è utile in quanto ci sono meno probabilità di infettarsi, però si rischia di fare un balzo indietro nel passato e bloccare l’economia. Il premier Conte, a tal proposito, ha ripetuto più volte che un lockdown come quello della primavera scorsa è da escludere. Se non vogliamo finire con le brache per terra.
Il dottor Filippo Anelli, presidente degli Ordini dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri, evidenzia ancora una volta quanto ormai dovrebbe essere chiaro per tutti: “…La situazione epidemiologica è tale che le misure sin qui adottate come il distanziamento sociale, le mascherine e l’igiene della mani non bastano più – aggiunge Anelli – serve per tutti rimanere lontani dai luoghi affollati e frequentati da persone che non conosciamo…”.
Ci troviamo in una fase, sostiene Anelli, in cui il “contact tracing” non è più sufficiente poiché qualsiasi persona potrebbe essere contagiosa senza saperlo. Una maggiore consapevolezza non guasterebbe ma occorre anche chiarezza da parte di chi governa. Oltre ad una maggiore quantità di mezzi diagnostici di pronto uso distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Più trasparenza nell’informazione quotidiana, cosiddetta delle “veline“, che non può e non deve limitarsi ad un mero conteggio delle infezioni e dei morti. La gente vuole sapere per bene le cose come stanno. Se prendesse coscienza di ciò che accade realmente osserverebbe molto meglio le regole. Dubbi e perplessità portano solo a infrangerle:
“…Siamo tutti preoccupati per la seconda ondata che sta stressando i sistemi sanitari e i tessuti sociali – evidenzia Giuseppe Conte – con oltre 10 mila nuovi casi ed altri decessi. Ma un altro lockdown contro il Covid è da evitare. Sarebbe poco utile e deprimente. Certamente questa seconda ondata virale si deve affrontare con una strategia diversa, nuova, che non prevede più chiusure totali. Bisogna, cioè, predisporre interventi mirati e necessari alla tutela della salute pubblica, rispettando le regole del distanziamento e auto proteggendosi...”.
Con il virus bisognerà convivere sino a quando diventerà pericoloso come uno starnuto. Sino ad allora abbassare la guardia significa cacciarsi in guai seri. Però ci sentiamo di ripeterlo: occorre chiarezza e onestà intellettuale e soprattutto informare il cittadino ponendolo nelle condizioni di comprendere la realtà dei fatti. Nel rispetto della dignità e dell’intelligenza degli italiani.
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