Come si può pensare a ripartire sul serio senza sgravare le imprese da tasse e balzelli? La moneta elettronica è la panacea per tutti i mali? Il vero nemico giurato dell'economia è il denaro contante? Il premier assicura un progetto fiscale epocale…
Roma – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è fiducioso per l’autunno ed in merito all’emergenza virus non ritiene che vi siano le condizioni per una nuova chiusura. Dal Forum Ambrosetti di Cernobbio, l’avvocato del popolo ha distribuito certezze di cui si parla anche in questi giorni durante i quali il premier sta affrontando le diverse problematiche che affliggono l’Italia con grande abilità.
In ogni caso, assicura l’advocat degli italiani, il sostegno alle imprese non mancherà ma certamente gli aiuti economici, provenienti dall’Unione Europea, non saranno utilizzati per abbassare le tasse. E che sia chiaro. La verità è che si vuole far passare come la migliore delle riforme la programmazione dei pagamenti digitali affermando che non verranno chieste risorse all’Ue per abbassare le tasse ma esclusivamente per realizzare tutti i progetti e le iniziative nell’ambito di un disegno coerente che rimanga in eredità alle generazione future. Insomma un progetto di ripresa e rilancio del Bel Paese che faccia ben sperare in una ripresa effettiva e veloce. Senza la promessa detassazione.
Il premier comunque non è stato chiaro: “…L’unico modo per recuperare il sommerso ed alleggerire la vita di milioni di italiani sarà quello di affidarsi ad una riforma del sistema fiscale, da conseguire attraverso la digitalizzazione delle transazioni…”. Che cosa significa esattamente per noi popolo da bar dello sport? È un ritornello che si sente da molti mesi e che sembra rappresentare la soluzione di tutti i problemi. Il concetto è, certamente, in linea con quanto più volte espresso da tutti i leader politici. In buona sostanza è il contante il male di tutti i mali da estirpare.
Favorendo chi paga con moneta elettronica Conte tenta di addolcire la novità. Così è di tutta evidenza il colpo da maestro del Premier che però non sposta di un tantino la scarsa convenienza economica anche se si pensa, da più parti, che questa sia la strada per recuperare quel sommerso su cui tutti si affidano per fare cassa.
Non è utile soffermarsi troppo sulla questione, anzi è fuorviante. Però è importante far presente come, già da tempo, si cerca di presentare come una rivoluzione il limite dell’uso del denaro da parte dei cittadini. Sicuramente bisogna fare una riforma organica del nostro sistema fiscale, poiché da circa 40 anni non vengono messe altro che “toppe” ad una normativa spesso gravata da farraginosi decreti e norme astruse e vessatorie.
Urge un Fisco equo, semplice ed essenziale. In definitiva bisogna pensare ad una impostazione fiscale sistematica che non mortifichi, però, chi ha redditi e che non complichi ulteriormente la vita ai contribuenti. Ricordando che chi è ricco non deve mantenere sulle spalle chi non lo è mentre si gratta la pancia.
Scendendo nel dettaglio oltre il 35% delle risorse disponibili sarà impiegato per effettuare investimenti “green” e per rimuovere i nodi infrastrutturali che hanno strozzato la crescita negli ultimi 20 anni. Sono queste le rassicurazioni offerte da Conte quando ha passato in rassegna le riforme utili per l’Italia.
Si andrà, secondo il progetto del governo, dallo sgravio contributivo del 30% per i lavoratori del Mezzogiorno, definita dal premier “una misura strutturale che va misurata nell’arco di un decennio”, alla riforma degli ammortizzatori sociali, fino ad una riforma del fisco e all’aggiornamento del Decreto Semplificazioni. A proposito di tasse, Conte ha specificato che c’è un team di esperti (uno dei tanti) che sta elaborando un progetto normativo di quelli epocali. Siamo al sicuro, quindi, nessun problema…
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