Se un cinquantenne di oggi andrà in pensione, se avrà la fortuna di godersela, a 65 invece che a 70 anni e più, lo dovrà alle migliaia di uomini e donne che si sono sacrificate per le generazioni future ed alla grande visione politica del sindacato. Vero o falso? A saperlo saremmo già andati in pensione.
Roma – Finalmente una buona notizia. Pare, sembra, si sussurra per i corridoi del Palazzo che i sindacati stanno studiando le modalità di concordare col governo una riforma delle pensioni, con abbassamento dell’età per andarci. L’idea è scaturita da un rapporto della prestigiosa Università Bocconi!
L’idea grazie al web si è diffusa in un battibaleno. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma pare, si dice, si vocifera per i meandri dei nobili edifici del Potere che i sindacati stanno studiando le modalità di concordare una riforma delle pensioni. La famigerata riforma Fornero, che ha provocato tutta una serie di imprecazioni e fatto scomodare tutti i santi del paradiso e gli dei dell’olimpo, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, conflitti personali e sociali con gravi ripercussioni economiche per la vita dei lavoratori, soprattutto dal punto di vista psicologico e nelle relazioni interpersonali.
La riforma Fornero si basa sull’aspettativa di vita che a sentire gli studi degli esperti, nelle società industriali avanzate è stata fino a qualche tempo fa in continuo aumento, tanto da stabilire ogni tot anni di rivedere l’età pensionabile in base al suo tasso, un indicatore statistico secondo cui si può calcolare l’oscillazione dell’età per godersi il meritato riposo pagato. Ora pare che uno studio condotto dalla prestigiosa Università Bocconi abbia dimostrato che in 4 province lombarde: Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi ed in quella di Piacenza (Emilia-Romagna) l’aspettativa di vita si è abbassata per le note vicende relative alla pandemia e che continuerà a farlo per la prevista e scontata(!?) crisi economica. La tendenza secondo algoritmi econometrici potrebbe diffondersi su tutto il territorio nazionale, estendendosi in seguito anche nel continente europeo. A questo proposito l’Istat, l’istituto di statistica, ha presentato un rapporto sugli scenari di mortalità che riguarda il Nord ovest e la dorsale appenninica confermando la tendenza, segnalando che in 37 province del nord l’aspettativa di vita, se non si pone un freno al trend, per gli over 65 può tornare indietro di 20 anni!
Sapete quale idea allettante ha partorito, dopo una serie di amplessi tra la Dialettica e la Sagacia, il sindacato riunitosi sotto un’unica sigla? Eccovela, confezionata in tutta la sua Grandezza Storica. G.S.U.U, acronimo che sta per Grande Sindacato Unico Unito, ha avuto uno scatto d’orgoglio e ha preso la palla al balzo per rifarsi un po’, dopo tanti anni di sconfitte per i lavoratori da esso rappresentati e di figure di merda raccolte negli ultimi decenni. Ecco il programma scaturito dalle brillanti menti sindacali: raccontano in giro i soliti pettegoli che la brillantezza sia talmente accentuata che quando un rappresentante sindacale si presenta per un incontro e/o una riunione non si accende la luce, con relativo risparmio della bolletta dei servizi elettrici. La Covid strategic politic, programma della conferenza nazionale del sindacato unico e unito raggiunge il suo apice con l’idea di diffusione del virus in maniera generalizzata su tutto il territorio nazionale in modo da provocare tante morti, che a loro volta provocano un abbassamento dell’indicatore “aspettativa di vita” accentuato dalla relativa crisi economica che ne scaturirebbe con un aumento delle morti, suicidi in questo caso, ed ecco raggiunta l’agognata meta: l’abbassamento dell’età pensionabile! Che volpi questi grandi cervelli, non c’è che dire!
Dopo tanti calci in culo, per non parlare dei tanti ortaggi a forma cilindrica che si sono ivi depositati negli ultimi anni: perdita di posti di lavoro, manager che chiudono aziende in mano a multinazionali perché alla proprietà cosi tira il posteriore e decidono cosa fare come e quando vogliono. Welfare state ai minimi termini; caporalato diffuso; lavoro in nero; ambienti di lavoro spesso non a norma di legge; lavoro a chiamata (per una chiamata, le…risposte sono sempre tante e nello stesso momento che ogni volta c’è un…intasamento delle linee!); aziende che producono veleno, l’Ilva è il caso più noto, ma, ahimè, ce ne sono altri in tutta Italia. Sistema sanitario pubblico devastato (covid docet) e cosi via. Dopo tutto questo, finalmente, si può issare in alto il vessillo del proletariato, grazie al paziente lavoro del sindacato e gridare ai quattro venti con orgoglio l’urlo della vittoria. I lavoratori uniti sono riusciti ad abbassare l’età della pensione ed infliggere un colpo decisivo per fermare il processo di darwinismo sociale che il G.C.G, Grande Capitale Globale, aveva da anni avviato e imposto con la forza su scala planetaria.
Come tutte le grandi conquiste si è pagato un prezzo altissimo per raggiungere lo scopo: circa 35.000 morti fino ad oggi, uccisi dall’infida arma in mano al nemico, lo spietato e famigerato Coronavirus. Saranno ricordati come i nuovi martiri, che hanno dato la vita per il benessere dei lavoratori uniti. Saranno commemorati negli anni a venire in una data da stabilire e con un apposito monumento a loro memoria, di cui è già stata disegnata la bozza da un grande architetto del quale ancora non è trapelato il nome e raffigurante un vecchietto che, sebbene in là con gli anni, con uno scatto d’impeto si immola porgendo il petto al nemico per l’abbassamento dell’età pensionabile. Il Grande Giorno delle Vittime da Coronavirus sarà il titolo della data ad esse dedicata! La famosa frase di Freud che definì Leonardo “Un uomo che si svegliò troppo presto dal buio, mentre gli altri ancora dormivano” può essere, finalmente, adattata a tanti uomini riuniti in un unico soggetto collettivo, fino a formare un’unica grande testa pensante: il G.S.U.U. Il pur grande Leonardo fa loro un baffo! Se un cinquantenne di oggi andrà in pensione, se avrà la fortuna di godersela, a 65 invece che a 70 anni e più, lo dovrà alle migliaia di uomini e donne che si sono sacrificate per le generazioni future ed alla grande visione politica del sindacato. Uniti, compatti e combattivi per unica visione e prospettiva: Lei, solo Lei, fortissimamente Lei, la Vittoria. Che culo.