Il Governo Meloni è chiamato a cercare di contenere l’emorragia economica che sta prosciugando i portafogli di molte famiglie italiane. L’Unione Europea chiama a raccolta gli Stati.
Roma – Gli aumenti dei prezzi stanno soffocando le precarie finanze degli italiani. Circa il 60% ritiene il proprio reddito insufficiente a sostenere il rincaro dei generi alimentari e delle bollette energetiche. Un recente sondaggio, condotto tra il 12 ottobre e il 7 novembre, rileva che vi è una generale insoddisfazione, tanto che è aumentato il senso di frustrazione.
In appena 4 Paesi su 27, in particolare a Malta, Lussemburgo, Irlanda e Danimarca, c’è una chiara maggioranza che approva l’operato del Governo e, dati alla mano, quello di Mario Draghi di fronte alla crisi dei prezzi ha trovato comunque un apprezzamento (37%) maggiore di quello espresso per il cancelliere tedesco (31%) e per il presidente francese (30%). Il periodo in cui è stata fatta la rilevazione non permette, però, di fare una valutazione dell’operato del Governo Meloni, in carica dal 22 ottobre 2022. È chiaro, dunque, che il giudizio espresso dagli italiani non è sull’attuale inquilino di Palazzo Chigi, chiamato in ogni caso al non semplice compito di far cambiare opinione agli italiani sulle misure contro il caro-energia.
Non sarà un’impresa di quelle semplici, visto che il 98% degli intervistati in Italia dichiara di essere “preoccupato” per il costo crescente della vita, in particolare degli scontrini della spesa e delle bollette. La querelle sulle accise della benzina certamente non agevola il compito alla maggioranza, alle prese con sintomi crescenti di impoverimento. Una persona su due, cioè il 51%, dichiara di avere difficoltà ad arrivare a fine mese. C’è, infatti, una percentuale non indifferente di italiani che denuncia “alcune difficoltà con il reddito attuale” (40%) e un’altra fascia della società (11%) che invece di difficoltà ne ha molte.
C’è inoltre la questione della riforma del mercato del lavoro che, per l’attuale esecutivo di centro-destra, costituisce un importante banco di prova. Qui la transizione sostenibile potrebbe offrire un’opportunità, in quanto 9 italiani su 10, ossia il 92%, afferma di essere preoccupato anche per il cambiamento climatico. Un chiaro messaggio per la politica, invitata a correre ai ripari. L’agenda del Green Deal e il piano per la ripresa a esso collegato insistono molto su investimenti e riforme per un nuovo modello economico, ma ancora non siamo neanche ai nastri di partenza.
In ogni caso non si può più temporeggiare, così per la premier la strada sembra obbligata, anche perché i problemi e le preoccupazioni nazionali sono gli stessi del resto dell’Unione Europea. Tanto che la presidente del Parlamento, Roberta Metsola, chiama a raccolta gli Stati, avvertendo che “ora è il momento per noi di garantire soluzioni per tenere sotto controllo le nostre bollette, respingere l’inflazione e far crescere le nostre economie”. Le parole, d’altronde, non bastano più, in quanto la disperazione di tantissime famiglie non può durare a lungo. Insomma, non vi sono più attenuanti, i problemi si conoscono e ora si aspettano i fatti.