Cerimonie e la docuserie di Pablo Trincia per ricordare il disastro tra le montagne del Gran Sasso tra riflessioni e interrogativi irrisolti.
Pescara – Sono passati 8 anni dalla tragedia di Rigopiano. Una terribile valanga quel 18 gennaio 2017 sulla montagna abruzzese travolse il resort di Farindola, lasciando senza vita sotto le macerie 29 persone. Circa 120mila tonnellate di neve distrussero il resort sul versante pescarese del Gran Sasso. Sopravvissero 11 persone delle 40 che si trovavano nella struttura, anche a causa dei ritardi nei soccorsi. Il 23 febbraio 2023 nel processo di primo grado vengono condannati 5 imputati, per altri 25 è arrivata invece l’assoluzione. Il 14 febbraio 2024 la sentenza d’appello: 22 assoluzioni e 8 condanne. La Cassazione, il 3 dicembre 2024, ha confermato 3 condanne e disposto un Appello bis per altri imputati.
Sono diverse le cerimonie istituzionali previste, a partire da quella promossa dal Comitato vittime di Rigopiano, in memoria di coloro che nel disastro persero la vita. A Rigopiano, alle ore 15, è prevista la presentazione del Giardino della Memoria, con fiaccolata fino all’obelisco. Alle 15.45, poi, ci sarà l’alzabandiera con il silenzio suonato dalla tromba, seguito dalla deposizione di fiori e piante all’obelisco, con la relativa benedizione. Alle 16:15, invece, è prevista la messa all’interno del sito e subito dopo verranno scanditi i nomi dei “29 Angeli di Rigopiano”, con rintocco di campana; seguirà il posizionamento all’interno dell’hotel di 29 rose bianche con rilascio di 29 palloncini bianchi. Alle 16:49, orario in cui la valanga raggiunse l’hotel, il coro Pacini di Atri intonerà il “Signore delle Cime”.
Alla commemorazione parteciperà anche il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro. Nella tragedia, infatti, perse la vita anche un volontario della Cri, Gabriele D’Angelo. Valastro sarà accompagnato dal presidente Regionale Abruzzo della Croce Rossa, Maria Mucciante, e dal presidente del Comitato di Penne, Pino Pomponio. Durante la cerimonia, il presidente nazionale depositerà un mazzo di fiori, 29 rose in rappresentanza delle vittime di quel terribile episodio, di queste 28 bianche e una rossa, in ricordo di D’Angelo.
Sono le 16:41:59 del 18 gennaio 2017 quando, a seguito di alcune scosse sismiche, dal Monte Siella si stacca una valanga di 120mila tonnellate che scende a valle e alle 16:43:20 colpisce l’Hotel Rigopiano. Nella struttura ci sono 40 persone: 28 clienti, tra cui quattro bambini, e 12 membri dello staff. Alle 17.08 del 18 gennaio, Giampiero Parete, un cuoco in vacanza che si è salvato perché si trova nel parcheggio, lancia l’allarme al 118: dice che l’albergo è crollato a causa di una valanga. Due minuti dopo la prefettura chiama l’albergo, ma nessuno risponde. Poi viene contattato il direttore dell’hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, che dice di essere a Pescara e di non sapere nulla.
Alle 18.03 Parete chiama il suo titolare Quintino Marcella, che contatta più volte il 112 e il 113. Alle 18.08 e alle 18.20 Marcella parla in due occasioni con la prefettura di Pescara, ma in entrambi i casi la funzionaria considera la richiesta d’aiuto come un falso allarme. Solo alle 18.57 un volontario della Protezione civile crede alle parole di Marcella. Le squadre del Soccorso alpino partono con le ciaspole e gli sci, ma raggiungono l’hotel Rigopiano solo all’alba del 19 gennaio. Poi arriva la colonna dei soccorritori, dietro le turbine che hanno lavorato tutta la notte per pulire e liberare la strada. Le difficilissime operazioni di recupero terminano il 25 gennaio, esattamente una settimana dopo la slavina. Il bilancio ufficiale è di 29 morti e 11 sopravvissuti.
Il 3 dicembre 2024 la Cassazione ha resto definitiva la condanna per l’ex prefetto di Pescara (1 anno 8 mesi), quella per l’ex gestore dell’hotel (6 mesi) e del capo di gabinetto della Prefettura (senza l’aggravante). Nuovo processo di Appello, invece, per l’ex sindaco di Farindola e altri sei dirigenti della Regione Abruzzo all’epoca dei fatti, precedentemente assolti. Appello bis anche per i due dirigenti provinciali e il tecnico del Comune all’epoca dei fatti.
L’accusa si è focalizzata sulle responsabilità dei dirigenti comunali e provinciali nella gestione dell’emergenza e della viabilità sconvolta per il grave maltempo di quei giorni, e sui permessi urbanistici: l’hotel era stato realizzato in una zona notoriamente esposta a valanghe e di conseguenza avrebbe dovuto essere chiuso e la strada sgomberata. Scandagliata anche l’attività della Regione Abruzzo per la mancata realizzazione e approvazione della Carta Valanghe. Per ricordare la tragedia sarà visibile questa sera dalle 21.35, in chiaro su Tv8 la docuserie in 5 episodi di Pablo Trincia. Dopo il grande apprezzamento ricevuto dal suo podcast dedicato all’argomento, Trincia ha co-ideato la docuserie “E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano”. Un progetto che vuole ricordare chi ha perso la vita in questa immane tragedia, ma anche uno strumento per mantenere viva l’attenzione su una vicenda ancora segnata da interrogativi irrisolti.