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Riaperti i seggi, si vota fino alle 23. Bassa l’affluenza: ieri soltanto il 14.64%

I capi dei partiti tutti al seggio per spingere l’affluenza, ma l’incognita astensione persiste. Lo sgarbo di Bossi a Salvini.

Roma – Prosegue la maratona delle elezioni europee con oltre 51 milioni di italiani al voto per il rinnovo del Parlamento Europeo. Contemporaneamente 17 milioni di elettori sono chiamati anche a esprimere la propria preferenza per le amministrative – con 3.698 Comuni che rinnovano sindaco e giunta – e 3,6 per le regionali in Piemonte.

In Italia l’affluenza alle urne alle 23 di sabato 8 giugno è stata del 14,64%, dato che conferma l’incognita dell’astensionismo: l’ultima volta che si era votato per le europee su due giorni, nel 2009, l’affluenza alle 22 era stata del 17,8%, quasi tre punti percentuale in meno (20,5%) della precedente tornata elettorale, nel 2004, quando si votò sempre su due giornate. Per le elezioni regionali del Piemonte, l’affluenza è stata del 17,54%, per le comunali il dato è del 20,63%.

Urne aperte anche in Lettonia, Slovacchia e Malta. In Olanda, dove si è votato giovedì, l’ultradestra non sfonda: secondo gli exit poll, infatti, Geert Wilders guadagnerebbe 7 seggi all’Eurocamera (dove finora era assente), ma si piazzerebbe dietro al ticket europeista laburisti-verdi guidato da Frans Timmermans (con 8 seggi). L’esito si capirà solo questa sera, con i dati reali dello scrutino di tutti i 27.

Quasi tutti i leader, forse per dare il buon esempio in una tornata che deve fare i conti con la grande incognita dell’affluenza, si sono presentati al seggio già ieri. Meloni a Roma, Salvini a Milano, Schlein a Bologna. Matteo Renzi e Carlo Calenda, con i figli maggiorenni al seguito, a Bologna e Roma. Alle urne anche Emma Bonino che ha votato a Roma accompagnata dal segretario di Più Europa, Riccardo Magi. Il presidente del M5S Giuseppe Conte ha espresso la sua preferenza nella Capitale.

Fa discutere in queste ore di urne aperte lo sgarbo di Bossi a Salvini. In una telefonata riferita da Paolo Grimoldi, ex deputato ed ex segretario della Lega lombarda, da tempo critico con la linea di Salvini, il senatur avrebbe dichiarato il proprio voto per Reguzzoni, federalista e bossiano, presente come indipendente nella lista di Forza Italia, rappresentante del comitato “Forza Nord”, composto da leghisti critici nei confronti della linea del partito che hanno trovato l’accoglienza del segretario degli azzurri Antonio Tajani, impegnato nel derby elettorale interno al centrodestra con il Carroccio.

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