Report polizia: aumento del 10% dei reati sui minori nell’ultimo semestre

Elevato il numero di vittime di età inferiore ai 14 anni. Fenomeno preoccupante per gli effetti sullo sviluppo psico-fisico dei giovani.

Roma – Nel primo semestre del 2024 è cresciuto del 10% il numero dei reati connessi all’abuso sui minori, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo mette nero su bianco il rapporto annuale elaborato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale in relazione ai reati riconducibili alla violenza nei confronti dei più piccoli. Il report evidenzia un aumento rispettivamente del 22% dell’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, del 15% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e della sottrazione di persone incapaci, una diminuzione rispettivamente del 16% dell’adescamento di minorenni, del 17% della violazione degli obblighi di assistenza familiare, e del 24% della violenza sessuale aggravata perché commessa presso istituti di istruzione.

Una riflessione particolare va fatta sull’elevato numero di vittime di età inferiore ai 14 anni, che rimarca ulteriormente la gravità di un fenomeno preoccupante, anche per le conseguenze dello sviluppo psico-fisico dei giovani vittime di condotte criminose. Il Report mira a richiamare l’attenzione sul tema della violenza ai danni di minori, evidenziando l’operato delle Forze di polizia nel contrasto a un fenomeno odioso, vigliacco e aberrante, con l’auspicio che possa contribuire a supportare un percorso di crescita culturale che prenda avvio proprio dalla consapevolezza e dalla conoscenza.

Il 20 novembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale ha realizzato per l’occasione il ‘Rapporto sui minorenni vittime di abuso’, analisi sulle forme di delittuosità che maggiormente hanno colpito i minori, sia nel biennio 2022-2023, sia nel periodo 1° gennaio – 30 giugno 2024, confrontato con l’analogo periodo dell’anno precedente. Le vittime minori di 18 anni risultano in aumento per le fattispecie di abbandono di persone minori o incapaci (+12%), di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina (+11%) e di pornografia minorile (+83%). È rilevante segnalare che, tra le vittime dei reati di natura sessuale, risultano predominanti quelle di genere femminile.

Invece, per i reati di abbandono di persone minori o incapaci, abuso dei mezzi di correzione o di disciplina e violazione degli obblighi di assistenza familiare risultano predominanti le vittime di genere maschile. Sempre nel primo semestre del 2024, le segnalazioni a carico di presunti autori noti, in maggioranza di genere maschile, sono prevalentemente relative alla fascia d’età compresa tra i 35 e i 64 anni (60%). Nel Rapporto viene poi sviluppato un approfondimento sulla cosiddetta “frontiera del mondo virtuale”, realizzato anche grazie al contributo fornito dal Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica.

Nel biennio 2022-2023 si registrano il decremento dei casi di adescamento online e cyberbullismo e l’incremento dei casi di sextortion. Nello stesso periodo pur risultando complessivamente in aumento anche il revenge porn, ovvero la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, il numero di vittime minori si è ridotto dell’8%. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 35esimo anniversario dell’approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, aveva lanciato l’allarme: “La mancanza di un sostegno adeguato può rendere i bambini e i ragazzi più vulnerabili e inclini a comportamenti violenti, con il rischio di spingerli anche ad avvicinarsi a contesti criminali che offrono una falsa percezione di potere e appartenenza”. 

Minori vittime di violenza e soprusi ma anche lasciati in balia del loro destino e incastrati dalla loro fragilità e precarietà in situazioni criminali. “L’incremento di episodi di violenza tra i giovanissimi – ha rilevato il capo dello Stato – impone di mantenere alta l’attenzione sia nell’attività di ascolto sia nella vigilanza, per poter intercettare anche il più piccolo segnale di disagio o sofferenza”. E nel celebrare la Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’adolescenza, istituita dalle Nazioni Unite il 20 novembre, ha detto: “Difendere i diritti dei bambini significa fornire loro riferimenti positivi che possano orientarne lo sviluppo, vuol dire trasmettere loro il valore dell’empatia e della solidarietà e l’importanza della responsabilità delle proprie azioni”. 

La situazione generale per l’infanzia e l’adolescenza è drammatica. Vale la pena citare uno degli ultimi report che fotografano la realtà. Come quello di Save the Childern“Domani (Im)possibili”. Un dossier che ha svelato come in Italia più di 100mila ragazze e ragazzi tra i 15 e i 16 anni, quasi uno su 10 (9,4%), vivono in condizioni di povertà. Il 67,4% di loro, dice il report, teme che il futuro lavoro non gli permetterà di uscirne contro il 25,9% degli adolescenti che non vive condizioni di deprivazione, mentre più di uno su quattro pensa che non concluderà la scuola a fronte dell’8,9% dei coetanei. L’indagine mostra come in Italia siano i giovani ad essere maggiormente colpiti dalla povertà, a causa di una grave ingiustizia generazionale. Le testimonianze dei ragazzi intervistati durante l’indagine, mettono in luce che questa condizione di privazione non solo influisce sul loro presente, ma limita anche le loro prospettive per il futuro. Una condizione di precarietà appunto che può spingere in strade sbagliate.

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