Carlo Besostri, alla guida di SEED-Italia commenta il risultato: “Non solo primato economico, ma simbolo di cultura e identità del Paese“.
Roma – Il conto economico dell’agricoltura del nostro Paese – ovvero 42,4 miliardi di euro, +9% rispetto al 2023 – ha battuto Spagna (39,5 miliardi), Francia (35,1 miliardi) e Germania (31,9 miliardi). Il 2024 si chiude con una notizia che sottolinea l’importanza strategica dell’agricoltura per l’economia italiana. Secondo i dati preliminari diffusi dall’Istat, l’Italia ha raggiunto il primo posto in Europa per valore aggiunto nel settore agricolo, grazie a una crescita significativa sia sul fronte produttivo (+1,4%) che su quello del valore aggiunto (+3,5%). Questo risultato conferma il ruolo di primo piano del nostro Paese nel panorama agricolo europeo.
Carlo Besostri, imprenditore agricolo del settore risicolo della Lomellina, ha puntato tutto su un modello di agricoltura fortemente legata al territorio ed ecosostenibile creando sociale S.E.E.D. (acronimo di Semina, Educa, Evolvi, Dona). Ed è convinto che siano gli imprenditori, i lavoratori, il capitale umano a fare grande l’Italia assegnandogli questo primato.
“L’agricoltura italiana si conferma un pilastro fondamentale non solo per l’economia nazionale – afferma Besostri – ma anche per la cultura e l’identità del Paese, capace di coniugare tradizione e innovazione per affrontare le sfide di domani”.
Qual è l’esperienza quotidiana e come si coniuga con i dati che incoronano l’Italia?
”I dati Istat – rileva il presidente di SEED-Italia – sono l’immagine della forza, dell’impegno e della resilienza di un settore che, nonostante le crisi geopolitiche, gli effetti dei cambiamenti climatici e la concorrenza sleale sul mercato, conferma di essere fondamentale e rappresenta lo specchio della bellezza dei nostri territori. Ma anche il sacrificio di tanti agricoltori che si rimboccano le maniche assicurando qualità del prodotto, tutela del made in Italy e benessere del consumatore”.
Quali sono le minacce che colpiscono questo importante lavoro dell’agricoltore?
“Come dicevo, l’aumento dei prezzi saliti alle stelle con la crisi geopolitica e le guerre – conclude Besostri – i danni provocati dalle calamità naturali e la concorrenza sleale. La battaglia contro le etichette ingannevoli che dichiarano falsamente un’origine interamente italiana, il contrasto continuo alle frodi alimentari e a favore della tutela delle eccellenze italiane. E come se non bastasse dall’Europa soffiano venti contrari alla originalità e genuinità del prodotto, con l’introduzione di alimenti a base di insetti che la nostra tradizione ripudia. Occorrono politiche comunitarie che mettano al centro l’innovazione e le imprese agricole capaci di creare valore nei territori. Proteggere il Made in Italy significa salvaguardare non solo la qualità e la sicurezza dei prodotti che giungono sulle tavole dei cittadini, ma anche il lavoro e l’impegno quotidiano dei nostri piccoli e medi agricoltori e produttori”.