lucia musti

Più agenti di scorta per il Procuratore generale Lucia Musti

La decisione del Prefetto ratificata dal Ministero: “Livello 2” dopo le minacce del sedicente Nuovo Partito Comunista.

Torino – La scorta del Procuratore generale della Corte di Appello di Torino, Lucia Musti, è stata raddoppiata e portata al secondo livello di protezione. La decisione è stata presa dal Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura lo scorso 20 marzo, dopo aver ritenuto urgenti e opportune misure a tutela dell’incolumità del magistrato.

Il rafforzamento della sicurezza è scaturito da una richiesta congiunta di tutti i consiglieri togati e molti laici del Csm, presentata a seguito di un documento diffuso dal N-Pci (Nuovo Partito Comunista Italiano), un comitato legato ai Carc (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo). Nel testo, si esortava a “mettere sotto accusa dentro e fuori i tribunali” Lucia Musti, definita “prezzolata e serva della mafia del Tav”.

Il Procuratore Lucia Musti

L’anonimo estensore del documento ha fatto riferimento all’intervento del magistrato durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Torino, in cui avrebbe “sollecitato la condanna dei militanti di Askatasuna e del movimento No Tavimputati nel maxiprocesso attualmente in corso nel capoluogo piemontese.

L’Associazione Nazionale Magistrati ha espresso piena solidarietà a Lucia Musti, definendo “inaccettabili” le minacce ricevute e ribadendo il proprio sostegno ai magistrati impegnati nel complesso procedimento giudiziario.

Chi è Lucia Musti

Lucia Musti, 66 anni, è una magistrata di grande esperienza con 43 anni di carriera alle spalle. Si è insediata ufficialmente come Procuratore generale di Torino il 13 settembre 2024, con competenza su tutto il Piemonte e la Valle d’Aosta, dopo essere stata nominata all’unanimità dalla quinta commissione del Csm.

Il suo curriculum è ricco di casi di grande rilevanza nazionale. Dopo gli esordi in Calabria, la sua carriera si è sviluppata principalmente a Bologna, dove ha condotto alcune delle inchieste più importanti degli ultimi decenni. È stata infatti la magistrata che ha istruito il processo contro i killer della Uno Bianca, la banda di poliziotti che negli anni ’90 seminò il terrore tra Emilia-Romagna e Marche con una serie di rapine e omicidi.

Una delle vittime della banda della Uno Bianca

A Bologna si è occupata anche del caso dei “Bambini di Satana” e dell’angosciante sequestro e omicidio del piccolo Tommaso Onofri, il bambino di 17 mesi rapito il 2 marzo 2006 a Casalbaroncolo, nel parmense, e ucciso dai suoi sequestratori. Come magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, Musti ha seguito personalmente le indagini su questo caso che tenne l’Italia intera con il fiato sospeso per circa un mese.

Tommaso Onofri
Tommaso Onofri

Prima di arrivare a Torino, è stata reggente alla Procura Generale di Bologna per 19 mesi e successivamente applicata alla Procura di Gela, continuando la sua lunga battaglia contro la criminalità organizzata.

La sua nomina a Torino rappresenta una continuità nel contrasto alla criminalità, dal Sud al Nord Italia, portando la sua esperienza maturata in anni di lotta alle mafie anche nei territori piemontesi, dove si trova ad affrontare questioni complesse come quelle legate al movimento No Tav e alle sue frange più estreme.

Durante il suo insediamento, Musti ha fatto una richiesta particolare che ha suscitato dibattito: ha chiesto di essere chiamata “procuratore” e non “procuratrice”, riaccendendo la discussione sulla declinazione al femminile delle cariche istituzionali.

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