Quel teschio nel bosco: il caso Iuschra Gazi

Nell’ottobre del 2020 un teschio umano venne rinvenuto nei boschi di Serle, nel bresciano. Le analisi del DNA confermarono che il cranio apparteneva a Iuschra Gazi, 12 anni, sparita più di due anni prima.

Brescia – Il 19 luglio 2018 Iuschra, di soli 12 anni e affetta da autismo, finì dispersa nei boschi di Serle durante una gita con la Fobap (Fondazione Bresciana Assistenza Psicodisabili). Quel giorno Iuschra si allontanò dal gruppo durante un’escursione sull’Altopiano di Cariadeghe per poi svanire nel nulla. Solo due anni dopo, nel 2020, un cacciatore ritrovò un piccolo teschio nei boschi vicini. Gli esami del DNA confermarono che si trattava del cranio della povera bambina.

La dinamica dei fatti

Sono circa le ore 11 del 19 luglio 2018. Durante una gita con altri bambini organizzata dalla Fobap sull’altopiano delle Cariadeghe a Serle, Iuschra Gazi, ragazzina bengalese autistica, si allontanava dalla comitiva facendo perdere le proprie tracce. La piccola, probabilmente incuriosita da qualcosa, si diresse nel cuore del bosco dunque fuori dalla vista dell’operatrice dell’associazione Roberta Ratti che in quel momento avrebbe dovuto sorvegliarla. L’ultima traccia di Iuschra venne rinvenuta presso una piccola radura al Caàlì de Vaisurde, un largo spiazzo verde che costeggia il sentiero diretto in Valpiana e al monastero di San Bartolomeo. Le ricerche furono tanto imponenti quanto drammaticamente vane. Vennero coinvolte più di 1500 persone, le unità cinefile e impiegati droni data l’impervietá della zona ma di Iuschra nessuna traccia. Il 6 agosto le ricerche cessano, tutti sanno che Iuschra probabilmente non sarebbe mai tornata a casa.

Le ricerche frenetiche per trpvare la bambina smarritasi nei boschi

Chiusura del caso

Nel 2020, l’educatrice Roberta Ratti patteggiò una pena di 8 mesi per omicidio colposo. Il procedimento giudiziario si concluse senza ulteriori indagati. In assenza dei resti di Iuschra si ricondusse la sua probabile morte a cause naturali o accidentali, probabilmente legate allo smarrimento e all’esposizione agli agenti atmosferici. Il patteggiamento fu accolto dalla famiglia della vittima unitamente ad un maxi risarcimento da parte della della Fobap. Caso chiuso.

Il rinvenimento delle spoglie

Domenica 4 ottobre dello stesso anno, il cacciatore Guido Azzani di Caino, durante un sopralluogo, scorse tra la boscaglia un piccolo teschio umano, compatibile a un primo sguardo con quello di un bambino. Il rinvenimento avvenne in località Fulù, sotto il Monte Dragone, non lontana dalla Corna Longa. Quattro chilometri di distanza in linea d’aria e oltre 200 metri più in basso dal luogo dove si trovava la bambina scomparsa.

I genitori della povera bambina ritrovata cadavere due anni dopo la sparizione

Il piccolo cranio presentava una frattura profonda lungo la calotta che, secondo gli esami autoptici, sarebbe potuta essere la prova di un trauma decisivo, letale. Trattandosi di materiale osseo e non di una matrice biologica l’estrazione del Dna dal teschio richiese una serie di delicati passaggi. Il primo fu di carattere antropologico forense: il medico legale dovette stabilire se il teschio appartenesse ad un essere umano e, in base alle dimensioni, se a un adulto o a un bambino. In seguito alle analisi biologiche e alla comparazione del DNA del cranio con i campioni prelevati dai familiari di Iuschra si giunse alla certa conclusione che le spoglie rinvenute appartenevano alla piccola bambina bengalese sparita come un fantasma. Mohamed Liton Gazi, padre della vittima, alla notizia reagì dichiarando:

Sono sotto choc – disse l’uomo – Ora so che a Iuschra è davvero morta. Credo che mia figlia non sia caduta nel bosco, ma sia morta di fame. Questo è un momento molto doloroso per la nostra famiglia, mi fa molto male immaginare mia figlia che muore di fame da sola in un bosco.”

L’ultimo addio alla piccola Iuschra avvenne nel dicembre 2020. La famiglia celebrò i funerali al cimitero Vantiniano di Brescia. La cerimonia si svolse nella sezione musulmana del camposanto. Il padre dichiarò: “Abbiamo sempre pregato che potesse essere viva. Purtroppo oggi siamo qui a dirle addio.”

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