Tre anni e sei mesi a Giuseppe Perri, quattro anni a Prospero Fortunato. Maurizio Bertolino assolto “perché il fatto non sussiste”.
Roma – Due condanne e un’assoluzione nel nuovo capitolo giudiziario legato al caso di Stefano Cucchi. Il giudice monocratico del Tribunale di Roma ha emesso la sentenza nei confronti di tre carabinieri, accusati di aver reso false dichiarazioni nel processo sui depistaggi relativi alla morte del giovane geometra romano, deceduto nell’ottobre del 2009 dopo l’arresto e la permanenza in custodia.
Il maresciallo Giuseppe Perri è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione, mentre Prospero Fortunato, all’epoca dei fatti capitano e comandante della sezione infortunistica e polizia giudiziaria del Nucleo Radiomobile di Roma, è stato condannato a 4 anni.
È stato invece assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” il maresciallo Maurizio Bertolino, in servizio al tempo presso la stazione di Tor Sapienza.
Secondo le accuse, i tre militari avrebbero falsificato dichiarazioni e atti ufficiali durante le indagini e i procedimenti giudiziari, con l’obiettivo di alterare il corso della verità e ostacolare l’accertamento delle responsabilità per la morte di Cucchi. A seconda delle singole posizioni, i reati contestati erano depistaggio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
Il procedimento si inserisce in un più ampio percorso giudiziario che ha visto, nel corso degli anni, numerosi ribaltamenti e nuove acquisizioni probatorie, portando alla luce condotte illecite e tentativi di copertura nell’ambito delle indagini.