Ora il provvedimento passa alla Camera. Molte le misure contenute nel provvedimento, dal finanziamento ai partiti al payback.
Roma – Dopo un lungo e contrastato esame, il Senato ha dato il via libera, con il voto di fiducia, al decreto
fiscale ‘collegato’ alla manovra, perché anticipa al 2024 alcune spese alleggerendo di 1,7 miliardi i conti del prossimo anno. Da lunedì il decreto, che scade il 18 dicembre prossimo, è all’esame della Camera per la seconda lettura. In primo piano il nodo del finanziamento ai partiti politici e del canone Rai hanno che hanno animato il dibattito. Sui partiti politici si è cercato di far passare un emendamento che di fatto avrebbe ripristinato il finanziamento pubblico superando l’attuale meccanismo del 2×1000. Poi l’intervento del Quirinale e l’approvazione di una misura che ha aumentato di complessivi 4,6 milioni le risorse del 2×1000 per 2024, portandole da 25 a 29,6 milioni.
Sul canone Rai c’è stata grande maretta: si è consumato uno scontro nella maggioranza, con il governo che è stato battuto sull’emendamento della Lega per proroga anche nel 2025 della sua la riduzione da 90 a 70 euro. Forza Italia ha votato no. Sono diversi gli emendamenti approvati: dalla riapertura al 12 dicembre dei termini per aderire al concordato fiscale all’ampliamento della platea dei beneficiari del bonus di Natale di
100 euro (con l’esclusione del requisito del coniuge a carico). Entrambe le misure erano contenute in un provvedimento ad hoc confluito nel decreto. Anche per quest’anno i titolari di partita iva potranno versare il secondo acconto irpef di novembre posticipato a gennaio 2025 oppure in cinque rate a partire dallo stesso mese. La misura riguarda i contribuenti titolari di partita iva, che nell’anno precedente hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro.
Il pagamento del secondo acconto irpef, con esclusione dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi Inail, deve essere effettuato “entro il 16 gennaio dell’anno successivo, oppure in
cinque rate mensili di pari importo, a decorrere da gennaio, aventi scadenza il 16 di ciascun mese”. Via libera trasversale alla norma che prevede un riequilibrio regionale delle risorse del payback farmaceutico. La misura introduce criteri diversi per la redistribuzione delle risorse del payback farmaceutico, che tengono conto anche dell’entità dello sforamento delle regioni. Il meccanismo attualmente in vigore, invece, segue il criterio del ‘pro capite’. Di conseguenza la Lombardia è la regione che finora ha ricevuto di più.
E ancora, la riduzione delle liste di attesa: le risorse erogate nel 2020 e nel 2021 alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano per fronteggiare l’emergenza Covid e ancora presenti sui bilanci dei servizi sanitari regionali “possono essere utilizzate entro e non oltre il 31 dicembre 2025 per garantire l’attuazione dei Piani operativi per il recupero delle liste d’attesa”. Arrivano 343 milioni di euro per rafforzare il patrimonio della società in-house del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, istituita lo scorso aprile per la gestione di tratte autostradali statali a pagamento. Inoltre Ministeri e enti locali possono assumere con contratto a tempo determinato, di durata non oltre il 31 dicembre 2026, personale specializzato per accelerare il pagamento dei debiti commerciali.
Infine, il ministero delle Imprese e del Made in Italy è autorizzato ad erogare a Open Fiber per il 2024 la cifra di 50 milioni per il riequilibro dei Piani economici finanziari di Lazio, Sicilia e Calabria. La cifra è parte dei 660 milioni di euro per tre anni (2027-2028-2029) previsti nel ddl di bilancio per il riequilibrio dei Pef delle concessioni per la progettazione e la realizzazione della banda ultra-larga nelle aree bianche. Poiché nel Lazio, in Sicilia e in Calabria si è già completata la procedura per il riequilibrio dei Pef, il Ministero anticipa le risorse relative al riequilibrio dei Piani di queste tre regioni.