Enza Bruno Bossio (PD), senza remore, si schiera in difesa di Adamo e Mario Oliverio contro il procuratore di Catanzaro. Una certa politica deve minimizzare per cercare di non perdere consensi
Ha fatto molto discutere la frase postata su Facebook dalla deputata del Partito Democratico Enza Bruno Bossio in merito all’operazione Rinascita-Scott condotta dal procuratore Nicola Gratteri. La deputata, moglie dell’ex vice presidente della Regione Calabria Nicola Adamo, anch’esso indagato nell’ambito della maxi operazione antimafia per traffico di influenze, già raggiunta da un avviso di garanzia nel 2006 da parte dell’ex PM di Catanzaro Luigi De Magistris – poi prosciolta con formula piena nel 2010 – ha commentato:
“…Gratteri arresta metà Italia! È giustizia? No, è solo uno show! Colpire mille per non colpire nessuno. Anzi, sì. Colpire la possibilità di Mario Oliverio di ricandidarsi. Il resto finirà in una bolla di sapone come il 90% delle sue indagini. E la ‘ndrangheta continuerà a prosperare come ha fatto in questi anni”.
La frase prontamente rimossa dal profilo Facebook della deputata, però, non è passata inosservata. Fulvio Gigliotti (M5S), infatti, ha immediatamente chiesto al comitato di presidenza del Csm di aprire una pratica a sostegno del procuratore distaccandosi quanto più possibile dalle dichiarazioni della parlamentare.
Nei giorni scorsi, oltre alla deputata del PD, a schierarsi contro Gratteri si è aggiunto anche il procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini. Il procuratore avrebbe dichiarato che:
“…I nomi degli arrestati e le ragioni degli arresti li abbiamo conosciuti soltanto a seguito della pubblicazione sulla stampa che evidentemente è molto più importante della procura generale. Al di là di quelle che sono poi, invece, le attività della procura generale, che quindi può rispondere soltanto sulla base di ciò che normalmente accade e cioè l’evanescenza come ombra lunatica di molte operazioni della procura distrettuale di Catanzaro stessa…”.
Il procuratore generale in seguito a tali dichiarazioni rischia il trasferimento dalla Calabria: la prima commissione del Csm sta valutando se portare a termine la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Nei prossimi giorni si delineerà meglio il futuro di Lupacchini e in generale quello della procura di Catanzaro.
A far riflettere, però, non dovrebbe essere la sostanza delle affermazioni, quanto la provenienza stessa. Ancora una volta assistiamo al tentativo della classe politica di volersi sostituire al potere giudiziario, depauperando a livello mediatico il lavoro svolto dalla procura di Catanzaro. Questo non vuol dire che la procura si debba sostituire alla dirigenza specifica di ogni partito, al contrario, la domanda dovrebbe essere: perché l’esecutivo di ogni realtà politica sembra necessitare della giustizia per inquadrare i bulloni difettati dei propri sistemi e non svolge autonomamente il proprio ruolo? Con le elezioni regionali alle porte è logico pensare che alcune candidature risentiranno in maniera diretta delle conseguenze dell’inchiesta del procuratore Gratteri. Cercare, però, forzatamente uno sfondo politico nell’operazione risulta essere estremamente demagogico e strumentale. Non dobbiamo dimenticare che a finire tra le mani delle forze dell’ordine sono stati esponenti dei maggiori partiti rappresentati in Parlamento. Come è spesso consuetudine nel Bel Paese dopo i primi momenti di enorme risonanza mediatica l’operazione condotta da Gratteri sta scemando col passare dei giorni con l’intento di relegarla nel dimenticatoio. Lo spazio mediatico perso, o sottratto, al procuratore viene progressivamente guadagnato dai suoi detrattori che, ogni giorno di più, perseverano nel tentativo di demistificare il suo lavoro e quello dei Ros.
Nella società attuale, ininterrottamente proiettata verso la spettacolarizzazione di ogni attimo della vita, il ruolo mediatico di ogni politico è sempre più pregno di significato. L’utilizzo sconsiderato dei social network da parte dei politici per fini propagandistici e personali produce un maggiore manto di nebulosità e di contraddizioni nel tentativo di confondere la pubblica opinione. La maturità della classe politica, dunque, dovrebbe dimostrarsi anche col silenzio, quando questo è necessario, oltre che dare responsi a tempo debito. Demonizzare quella che potrebbe passare alla storia come l’operazione antimafia più importante dai tempi del maxiprocesso per meri usi speculativi è senza dubbio la pagina più bieca di tutta questa triste vicenda. È necessario dare alla magistratura il tempo necessario per lavorare in maniera genuina e concreta con la speranza che tutta la “filiera” giustizia faccia il suo corso per bene. Intanto il tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari per Luigi Incarnato, attuale amministratore della SORICA, nonché coordinatore della realtà politica che sosteneva Mario Oliverio per la presidenza della regione. Per gli altri si vedrà…
Intanto il 18 gennaio la popolazione di Catanzaro sarà chiamata in piazza per una grande manifestazione antimafia che si svolgerò davanti alla procura. In quell’occasione vedremo se l’attuale classe politica dovrà apprendere dalla collettività una dura lezione di educazione civica e non solo.