L’imprenditore edile, marito dell’europarlamentare Francesca Donato, trovato morto nella sua auto: l’ombra dei debiti e quel misterioso incontro prima della fine.
PALERMO – Non sarebbe dovuto ad una morte violenta il decesso del noto imprenditore edile Angelo Onorato, 55 anni, architetto, sposato con l’europarlamentare Francesca Donato, 54 anni, da cui ha avuto una figlia, Carolina di 21 anni. Secondo il referto dell’autopsia l’uomo si sarebbe suicidato nella sua auto lo scorso 25 maggio. A ritrovare il cadavere della vittima, intorno alle 15.15, sono state moglie e figlia che una volta localizzato con il Gps il telefono del loro congiunto si sono recate nei pressi di via Ugo La Malfa, Palermo Nord, più esattamente in via Minutilla, dove hanno rinvenuto il corpo senza vita dell’architetto riverso sul sedile di guida del suo Range Rover parcheggiato sul ciglio della strada. Una volta dato l’allarme sul posto si sono concentrate diverse auto della polizia oltre alla Squadra Scientifica che ha effettuato i primi rilievi.
Il collo dell’uomo era stretto da una fettuccia di teflon, di quelle utilizzate per gli impianti elettrici e nell’edilizia, con il serraggio rivolto sulla parte sinistra, posizione compatibile con un gesto estremo. L’architetto aveva i mocassini sfilati dai piedi e una chiazza di sangue sulla camicia. I familiari hanno subito dichiarato che Angelo Onorato sarebbe stato ucciso poiché, secondo loro, non sarebbe mai ricorso ad un gesto estremo.
Le prime indagini, affidate alla Squadra Mobile e coordinate dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, avrebbero ricostruito le ultime ore di vita del professionista che si sarebbe recato da solo alla guida del suo Suv nel tratto di strada dove poi è stato ritrovato senza vita. Due telecamere avrebbero inquadrato l’architetto mentre accostava l’auto sulla destra per poi fermarsi.
Non ci sarebbero state altre auto al seguito, né persone in fuga o nei paraggi rilevate dagli occhi elettronici di sorveglianza. La portiera posteriore destra sarebbe stata ritrovata aperta e questo particolare ha destato, sin da subito, qualche sospetto. L’autopsia, eseguita dal medico legale Tommaso D’Anna, incaricato dalla Procura di Palermo e alla presenza di alcuni specializzandi e del consulente di parte della famiglia Onorato, l’assessore alle Politiche sociali della Regione Siciliana Nuccia Albano, medico legale, non avrebbe riscontrato alcun segno di violenza sul corpo dell’imprenditore.
Se cosi è, e non c’è motivo per dubitarne, Angelo Onorato si sarebbe tolto la vita per problemi economici riguardanti taluni crediti vantati nei confronti di terzi e non acquisiti. Intanto gli inquirenti, a seguito dell’apertura di un fascicolo per omicidio onde muoversi con maggiori possibilità investigative, procedono nell’inchiesta nel tentativo di dare un volto all’impronta di una mano destra rilevata nella parte superiore dell’auto. Quell’impronta digitale, dicono i poliziotti, potrebbe però essere di chiunque. L’architetto Onorato, alcuni giorni prima della morte, avrebbe confessato alla moglie di essere preoccupato:
“Ho paura, può essere che una persona voglia ammazzarmi…”. Il disagio dell’uomo è da mettere in relazione con una lettera che la vittima avrebbe lasciato al suo tributarista nel febbraio scorso: “L’avvocato sa tutto e conosce la situazione, se mi succede qualcosa rivolgetevi a lui…”. Dunque i familiari hanno ben ragione di pensare ad una morte violenta del loro caro ma se cosi fosse l’eventuale assassino avrebbe agito come Diabolik meglio non avrebbe potuto. Ovvero con una destrezza praticamente impossibile, ma tant’è.
La vittima prima di uscire di casa avrebbe detto ai suoi di andare a Capaci per incontrare una persona con la quale sperava di avere un chiarimento bonario. Chi è quella persona? Di che cosa avrebbero dovuto discutere presumibilmente in maniera non pacifica? I due si sarebbero incontrati in un bar ma gli inquirenti intendono scoprire se l’appuntamento sia stato antecedente o postumo rispetto all’arrivo di Onorato all’aeroporto di Punta Raisi dove avrebbe preso il cognato per portarlo a casa.
Se l’architetto si è incontrato con il suo amico misterioso dopo essere andato in aeroporto, il professionista si sarebbe recato subito dopo in via Minutilla dove è stato ritrovato esanime:
” Mio padre non si è suicidato – ha scritto sui social la figlia Carolina – Non era una persona che avrebbe mai lasciato la sua famiglia così e, soprattutto, per come io insieme a mia madre l’abbiamo trovato, vi dico che non è stato un suicidio ma un omicidio. Che nessuno osi dire o anche pensare che si sia suicidato…”.