L’ex esponente del Movimento 5 Stelle intende passare nelle file del Partito Democratico. Ma, al solito, la compagine di Enrico Letta dimostra carenza di coesione ed i pareri sul tema sono difformi.
Roma – Il caso Giarrusso evidenzia ulteriori criticità del Pd. Un partito sempre alla ricerca di una propria identità e vocazione, forse mai perfettamente focalizzata. Il parlamentare europeo vorrebbe entrare dalla porta principale del Nazareno dopo aver tentato l’avventura politica con Cateno De Luca, connubio peraltro subito abortito per contrasti con l’ex sindaco di Messina. Ma la penale da pagare, per l’ex “Iena”, onde ottenere l’ingresso nel mondo dem è l’abiura, riconoscere pubblicamente i propri errori e chiedere scusa. La condizione è stata richiesta da Bonaccini per spegnere ogni polemica.
Ma in tal modo lo si esporrebbe alla gogna mediatica, pertanto la condizione ha immediatamente il sapore di una trappola. Sembra, infatti, nella sostanza già un esplicito rifiuto del Pd per cercare di lapidarlo, o meglio incastrarlo, con una confessione pubblica, che comunque inficerebbe il suo passato politico e professionale. Tranne che l’aspirante piddino decida di fare l’inchino e fare pubblica ammenda. Il Pd, in sostanza, cerca un ostentato pentimento, non credendo che il ravvedimento del parlamentare europeo sia sincero, ma solo interessato e, comunque, deflagrante. Fino a ora, comunque, nessuna risposta è giunta dall’ex “Iena” e le condizioni poste sono rimaste inevase.
È giunto, invece, il verdetto da parte del responsabile organizzativo del Pd, Stefano Vaccari, il quale secondo il regolamento ritiene che Giarrusso non possa essere tesserato, perché fa parte di un gruppo diverso dai dem al Parlamento europeo. Ciò anche se è il misto, cioè quello dei non iscritti. “Le regole che evitano le porte girevoli sia nazionalmente che sul territorio ci sono già. Basta applicarle” – asserisce Vaccari. Porte girevoli, invece, per Laura Boldrini, parlamentare ed ex di Articolo Uno e, soprattutto, per Elly Schlein. Per come è iniziata la vicenda Giarrusso si rimane stupefatti e intontiti. Infatti, qualcuno lo invita a parlare a un evento del Pd, poi succede l’inverosimile e quelli che lo hanno invitato, subito dopo, subordinano la sua iscrizione al pentimento.
Giarrusso, dopo aver lasciato la tv ed essersi candidato nelle file dei grillini nel 2019 alle elezioni europee, risultando eletto, ha abbandonato il M5S in polemica con Conte su diverse questioni e per la gestione delle elezioni regionali del 2022 in Sicilia. Ci fu anche un lungo botta e risposta pubblico tra i due. Poi il grande annuncio: l’innamoramento con il Pd, che fa “moina” in un primo momento. La notizia è stata data dallo stesso Giarrusso, all’incontro milanese del candidato segretario, Stefano Bonaccini. Una giravolta per molti, che forse garantirebbe il deputato europeo, creando però disagi nell’elettorato dem, già abbastanza provato e anche deluso dalla politica del partito, dilaniato da incongruenze e correnti. In ogni caso, è scoppiato il caos sui social e in casa democratica.
Torna alla mente il rifiuto dei dem di accettare la tessera di iscrizione di Grillo nel 2009, da parte del comitato di garanzia del partito. La storia si ripete. Comunque, l’annuncio dell’ex grillino ha lasciato interdetti diversi esponenti del Pd. Insomma, ha spiazzato tutti. Tant’è che, invitato sul palco dell’iniziativa pro-Bonaccini, ha dichiarato di “entrare in punta di piedi in una casa che esiste da tempo, con rispetto per chi l’ha costruita e con umiltà”. Ma non è bastato. Insomma, non si può certo dire che l’accoglienza sia stata calorosa e salutata con gioia ed entusiasmo. Anzi, l’opposto. Allora ci si domanda: chi glielo ha fatto fare di tentare l’accesso, in un luogo, per nulla ideale, dove vi è solo diffidenza e fastidio verso la sua persona e la sua storia? Conte, nel frattempo, sorride e si compiace.