Carlo Besostri, l’imprenditore agricolo candidato alle Europee con la Lega al fianco della categoria. “Il 15 febbraio tutti a Mortara”.
Pavia – La marcia dei trattori irrompe nella pace domenicale di una Pavia sonnacchiosa che si sveglia tra clacson, sirene e bandiere tricolore sventolanti. Cinquecento macchine agricole, in fila, hanno percorso le strade della città fino in centro, tra gli applausi della gente. Tanta la solidarietà agli agricoltori che da giorni sono in aperta contestazione, dalla Lombardia all’Europa, contro le politiche agricole di Bruxelles che mettono a rischio l’intero settore. Non si fermeranno finché non avranno risposte: la prossima settimana si mobiliteranno tutti per una grande manifestazione che si terrà a Roma, davanti ai palazzi della politica.
A Pavia sono approdati agricoltori anche da Melegnano, Brescia e Alessandria, esponendo cartelli che raccontano con slogan come “Il nostro futuro è anche vostro” e “Siamo alla frutta” lo stato in cui versano. A sostenere le ragioni della protesta davanti al Castello Visconteo, anche Carlo Besostri, imprenditore agricolo del settore risicolo della Lomellina, candidato alle prossime europee per la Lega di Salvini.
Da subito ha deciso di essere in prima linea con i trattori, anche quando nei giorni scorsi hanno sfilato per le strade di Voghera e Casteggio, perché questo è il suo territorio. “L’agricoltura è una cosa seria – ha detto intervenendo alla manifestazione – e la categoria ha dimostrato di marciare compatta per arrivare alla meta: una revisione completa delle politiche europee e la lotta contro le minacce dei ‘cibi sintetici’ che aggrediscono le eccellenze del nostro Made in Italy”.
Tutte tematiche che Besostri, da agricoltore prima di tutto, conosce bene. Da qui la scelta di candidarsi per portare la sua esperienza al servizio della politica e dei cittadini e per rappresentare in modo credibile il mondo da cui proviene. “Un mondo legato alla terra e alle tradizioni”, fa notare andando subito al punto: “È ora di cambiare passo e di dare una svolta alle politiche di Bruxelles”. Il suo sogno nel cassetto? “Lavorare sempre di più sulla qualità dei prodotti non solo italiani – confessa – creando accanto al Made in Italy il Made in Europe”.
Le sfide in questo campo sono molteplici in un momento cruciale per la categoria. Un mondo, quello dell’agricoltura “fatto prima di tutto di persone – dice Besostri – il cosiddetto capitale umano da formare, valorizzare e tutelare, e di attenzione alla sicurezza alimentare”. Dalla coltivazione alla tavola. La sua azienda con il progetto SEED ha investito sulla sostenibilità come valore fondamentale. “Abbiamo puntato sull’energia pulita – racconta -, installando pannelli fotovoltaici e costruendo una centrale a biomassa. Quest’ultima è alimentata con sottoprodotti agricoli e scarti di lavorazione del legno, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale. Anche i prodotti devono essere ‘puliti’ e sicuri. Ritengo la battaglia contro le farine di grillo e la carne sintetica prioritaria”.
Ecco perché il prossimo 15 febbraio, a Mortara, tra le sue terre, Besostri con SEED si è fatto promotore di una manifestazione per sensibilizzare il territorio e renderlo partecipe delle sfide che lo attendono. “Era ora, anche il Nord si è mobilitato, anche io con i miei trattori – prosegue – per far sentire la voce di un popolo legato alla sua terra e ancorato alle tradizioni. Nella vocazione di SEED c’è tutto questo: Semina, Educa, Evolvi, Dona. Un concetto di agricoltura ecosostenibile come modello che rispetta le risorse naturali, il lavoratore, il produttore e lo stesso fruitore”.
Agricoltura ecosostenibile come idea di natura sociale che si trasforma anche nella capacità della produzione mondiale di soddisfare la domanda globale, dei Paesi industrializzati quanto di quelli in via di sviluppo. Un principio che si sposa a pieno con gli obiettivi di settore del Piano Mattei per l’Africa, dove si vuole esportare l’autosufficienza alimentare. Nel continente africano assistiamo alla grande anomalia di un 60% di terre arabili, la forza lavoro più giovane del mondo, ma di una mancanza assoluta di autosufficienza. Cosa fare?
“Per il successo del progetto – rileva Besostri – non bastano solo gli investimenti finanziari messi a punto. Occorre esportare il nostro know-how, fatto di personale esperto, macchinari e un bagaglio formativo e tecnologico capace di creare aziende, lavoro e prodotti agricoli di qualità in quei territori. Dobbiamo accompagnare l’Africa nell’intero iter per arrivare all’autosufficienza alimentare, senza abbandonarla, finché non sarà in grado di andare avanti con le proprie gambe”.
Intanto, gli agricoltori italiani sono sul piede di guerra per i tanti interrogativi sul loro futuro. La prossima settimana, a Roma, cercheranno di avere le risposte che cercano perché sono stanchi di contentini. Il governo Meloni starebbe pensando di riproporre – dando via libera a uno degli emendamenti parlamentari al Milleproroghe o varando un provvedimento ad hoc – l’esenzione Irpef per i redditi agrari e dominicali prorogata fino a quando, con l’ultima legge di Bilancio, la maggioranza di centrodestra ha scelto di non rifinanziarla.
“Un primo passo – conclude l’imprenditore agricolo e candidato della Lega – ma non basta. Bisogna restituire il giusto valore alla terra e a chi la lavora. Gli agricoltori sono vessati dall’aumento del costo del gasolio agricolo e dalla concorrenza di altri Paesi che offrono merci a costi minori. Vengono denunciati anche gravi ritardi nei pagamenti dei sussidi da parte di Bruxelles. I produttori piccoli e medi, poi, lamentano di venire trattati dal Fisco e dalla burocrazia alla stregua di grandi aziende. Tutto questo anno dopo anno ha aumentato i costi di produzione e assottigliato i ricavi in un settore che soffre particolarmente la crisi. È ora di rialzarsi”.