Parco Verde, terra di camorra

Il Comune sciolto per mafia nel 2018 non ha avuto ancora alcuna possibilità di rimettersi in sesto. Le situazioni di degrado sono sempre le stesse ed in costante stato di peggioramento. Lo Stato è assente da anni mentre la camorra detta legge. Occorrono provvedimenti drastici e urgenti per salvare la parte sana della popolazione.

CAIVANO (Napoli) – Potrebbero essere 17 o anche di più i ragazzi che avrebbero violentato le due cuginette di 10 e 12 anni di Caivano, il paese campano che ritorna alla ribalta delle cronache per i fatti più scabrosi. Fra i giovanissimi ci sarebbero almeno due figli di camorristi che intendono imporre il silenzio al Parco Verde per quanto accaduto. Forse una decina i video registrati durante gli abusi sessuali. Chi non ricorda l’omicidio di Chicca Loffredo, 6 anni, e di Antonino Giglio, 4 anni, i due ragazzini gettati nel vuoto dai loro aguzzini?

L’ingresso della struttura sportiva abbandonata dove si sarebbero consumati gli stupri

Le case popolari di Parco Verde rappresentano il maggiore presidio di spaccio a carattere nazionale. Il comprensorio è una roccaforte della criminalità organizzata da sempre e le istituzioni dello Stato hanno sempre manifestato debolezza e una certa ritrosia nell’affrontare seriamente una guerra, perché di guerra si tratta, contro chi intende imporre le proprie regole a colpi di pistola o permettendosi di stuprare bambini per poi ammazzarli nella maniera più crudele.

Stavolta è toccato a due cugine, di 10 e 12 anni, che non solo sarebbero state violentate per lungo tempo ma venivano anche picchiate e minacciate di morte e di ritorsioni se solo avessero accennato alle nefandezze subìte. Lo Stato, di contro, non ha presidio all’interno dei casermoni di cemento e ferro arrugginito dove può accadere di tutto, perché tutto è permesso.

Anche di buttare dall’ottavo piano ragazzini violentati e trattati come fazzoletti usa e getta oppure stuprare bambine a piacimento ad opera di coetanei gestiti dalla camorra locale che su certi giovani di “squadra” ha poteri di vita o di morte.

Su questi giacigli in mezzo alle immondizie sarebbero state abusate le due bambine

Sulla vicenda in specie le indagini condotte dai carabinieri, a cui le famiglie delle vittime hanno sporto denuncia diverse settimane dopo i fatti, sono coordinate dalla Procura partenopea per i Minorenni  e da quella di Napoli Nord, quest’ultima competente per il coinvolgimento di 2 ragazzi maggiorenni. I giovani, di 18 e 20 anni, di cui uno già detenuto per altra causa, sarebbero indagati per reati relativi alle violenze sessuali in danno delle presunte vittime.

Le due cuginette, abusate in diverse occasioni dal branco di balordi che le avrebbero attirate all’interno del Delphinia Sporting Club, un centro sportivo abbandonato, sono state allontanate dai rispettivi nuclei familiari per “grave incuria”. La Pm Claudia De Luca è lapidaria nel suo provvedimento in cui scrive, per ciascuna delle bambine, che “la minore era ed è esposta, nell’ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica”. Insomma il resto si vedrà man mano che l’inchiesta andrà avanti ma, nel frattempo, non si può e non si deve rimanere con le mani in mano:

Il degrado regna sovrano a Caivano e dintorni

”Ho scritto a Giorgia Meloni e l’ho inviata qui da noi – ha detto don Maurizio Patriciello, parroco del quartiere dove sono avvenuti gli abusi – Siamo pronti ad accoglierla, non bisogna lasciare soli i bambini di questo quartiere dove oggi c’è un clima di morte e di deserto…Oggi nessuno vuole parlare, per paura”.

Dopo le telecamere, le forze dell’Ordine e lo scalpore a Parco Verde è tornato il silenzio. Nulla deve turbare gli affari sporchi e lo spaccio di droga. La gente non parla, si chiude in casa. Nessuno darà una mano agli inquirenti, oggi come ieri. L’omertà ha permesso a Parco Verde di diventare un affare colossale che nessun governo è riuscito a stroncare:

La gente ha paura, non va a messa

”Quando costruirono il Parco Verde fu realizzato anche il centro sportivo che doveva essere utilizzato proprio dai piccoli di questa zona – aggiunge Patriciello –  Che fine ha fatto? Un mese fa un ragazzo è morto dentro per un overdose, è abbandonato, è diventato una pattumiera. La struttura è del Comune. Il Comune cosa ha fatto? Qui non ci sono servizi sociali, non ci sono vigili urbani, non c’è una fermata del bus. Non c’è niente. Se ci fossero stati forse qualcosa si poteva evitare. A messa c’erano 12 persone. Temo per me e per la mia scorta”.

La premier Meloni ha accolto l’invito del parroco di Caivano e assicura che non ci tratterà della solita visita istituzionale:”Sono rimasta profondamente colpita da quello che è accaduto al Parco Verde di Caivano – ha detto la presidente del Consiglioe intendo raccogliere l’invito formulato da don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, a recarmi sul luogo: non però per una semplice visita o, peggio, per una passerella, bensì per offrire sicurezza alla popolazione, e per offrire ai giovani la possibilità di praticare sport, anche di livello…“.

I carabinieri indagano su questa ennesima, turpe vicenda

Lo sport ovviamente non basta perchè prima del pallone, della scherma e del nuoto a Caivano mancano le strutture essenziali, soprattutto manca la possibilità di sopravvivere onestamente. La speranza, certamente, è l’ultima a morire ma la camorra di Parco Verde si combatte soltanto smembrando la compattezza dei clan. Ed eliminando connivenze e complicità che hanno, di fatto, contribuito a sciogliere il Comune campano per infiltrazioni mafiose. Occorre dunque ristabilire la legalità dalla base potendo contare su uno Stato presente e forte. E subito, parlare di qualsiasi altra soluzione non avrebbe senso.

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