Palmina Martinelli

Palmina Martinelli non si suicidò: fu uccisa. Dopo 44 anni arriva la svolta giudiziaria

Il gip di Bari smentisce la tesi del suicidio: “Fu senz’altro omicidio”. La 14enne morì arsa viva nel 1981 dopo giorni di agonia. La Cassazione nel 1989 assolse i sospettati: “Errore giudiziario”.

Bari – Quella che per oltre quattro decenni è stata considerata una tragica vicenda di suicidio, oggi si rivela per ciò che fu realmente: un brutale omicidio. Lo afferma senza mezzi termini il giudice per le indagini preliminari di Bari, Giuseppe Battista, nel provvedimento che riscrive la storia di Palmina Martinelli, la 14enne morta il 2 dicembre 1981, dopo 22 giorni di agonia, in seguito alle gravi ustioni riportate in un incendio nella sua abitazione di Fasano, in provincia di Brindisi.

“Non fu suicidio, ma un omicidio atroce”

«Fu senz’altro omicidio», scrive il gip Battista, smentendo la sentenza della Cassazione che nel 1989 aveva assolto in via definitiva Enrico Bernardi e Giovanni Costantini, i due giovani accusati del delitto, indicati dalla stessa Palmina nei giorni successivi all’aggressione.

La ragazzina fu trovata avvolta dalle fiamme nella doccia, dove aveva cercato di spegnere il fuoco, ma in quei giorni mancava l’acqua. Una scena agghiacciante, il cui orrore fu presto oscurato da un errore giudiziario: la Cassazione ritenne la morte un suicidio, ponendo una “pietra tombale” sulla vicenda.

La verità taciuta e un contesto familiare ostile

Secondo il giudice Battista, l’omicidio maturò in un contesto familiare difficile, in cui si ipotizza che Palmina stesse per essere avviata alla prostituzione minorile da persone vicine a lei. Una realtà che emerge oggi da nuove valutazioni e testimonianze, ma che all’epoca delle prime indagini fu ignorata o non approfondita.

Nel suo provvedimento, con cui accoglie la richiesta di archiviazione per Cesare Ciaccia, cognato della vittima, il gip sottolinea il clima di omertà: «Un ambiente familiare ancora oggi reticente e ostile alle indagini».

“Indagini incomplete e tesi errata”

Il gip non ha dubbi: le indagini del 1981 furono incomplete e viziate da una contraddizione di fondo. Da una parte, le dichiarazioni della vittima che faceva nomi e cognomi dei responsabili; dall’altra, una giustizia che li assolse, preferendo accreditare l’ipotesi di un suicidio che, oggi, appare del tutto infondata.

Battista evidenzia che le consulenze tecniche richieste da Giacomina Martinelli, sorella di Palmina, avrebbero potuto cambiare le sorti del processo già allora. Ma quelle voci, all’epoca, non furono ascoltate.

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