È un importantissimo risultato per l’Italia, in attesa del Piano per l’immigrazione dell’Unione Europea che verrà presentato nei prossimi giorni. L'iniziativa prevede un meccanismo obbligatorio di redistribuzione dei migranti e di suddivisione degli oneri dei rimpatri.
Palermo – Nonostante le accuse dei detrattori il lavoro svolto dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha sortito gli effetti sperati. Si è arrivati al raddoppio. Tunisi sembra mantenere la parola data: ci saranno più voli charter per rispedire al mittente chi arriva con sbarchi autonomi. Dalla prossima settimana partiranno i rimpatri straordinari verso la Tunisia. Da due voli a settimana dal 4 ottobre si passerà a quattro voli settimanali. Le norme attualmente in vigore prevedono che si possano rimpatriare ottanta clandestini a settimana in due voli da quaranta persone.
L’obiettivo dell’ Italia è di riportarne in patria almeno il doppio, fermo restando, come per i voli ordinari, il rispetto delle norme del Diritto Internazionale e della dignità umana. Ci sono volute ben due missioni a Tunisi della responsabile del Viminale per riuscire ad ottenere il raddoppio delle quote in considerazione degli aumentati flussi migratori dal nord-Africa. Il primo impegno era stato preso il 27 luglio scorso, poi confermato nel successivo viaggio del 17 agosto dei ministri Lamorgese e Di Maio e dei commissari UE Johansson e Varhely.
Nel corso del 2020 sono stati più di duemila le persone provenienti dalla Tunisia con i barchini. È un importantissimo risultato per l’Italia, in attesa del Piano per l’immigrazione dell’Unione Europea che verrà presentato nei prossimi giorni. L’iniziativa dovrebbe prevedere un meccanismo obbligatorio di redistribuzione dei migranti e di suddivisione degli oneri dei rimpatri. Tra le ipotesi previste anche la possibilità, per i Paesi che dovessero rifiutarsi di accogliere migranti, di vedersi gravati gli oneri economici dei rimpatri dei non aventi diritto, che però rimarrebbero nella nazione di prima accoglienza.
Soluzione, quest’ultima, che chiaramente non può essere gradita all’Italia che nel frattempo cerca di liberarsi giustamente di quante più persone possibili, alle quali non verrà riconosciuto nessun tipo di permesso di soggiorno. Intanto, grazie a ben ventisei nuovi sbarchi nel weekend, l’hotspot di Lampedusa è di nuovo sovraffollato. Oltre ottocento in più gli ospiti rispetto alla capienza possibile, eppure il centro di accoglienza era stato svuotato appena due settimane fa. Intanto si tenta di arginare il fenomeno migratorio con il fermo delle navi ONG.
La Sea Watch 4 attualmente si trova a Palermo, sottoposta a fermo amministrativo disposto dalle autorità portuali. https://www.guardiacostiera.gov.it/stampa/Pages/comunicato-stampa-21-settembre-2020.aspx. La ONG è la quinta nave bloccata dalle autorità italiane, a seguito di attenta ispezione da parte della Guardia Costiera, dopo che anche il Moonbird, l’aereo di avvistamento di natanti in difficoltà, era stato fermato. Rimane il problema degli irregolari che non possono essere rimpatriati perché non esistono ancora accordi con i Paesi di provenienza, in prevalenza nazioni africane soprattutto dell’Africa subsahariana.
Problema di non facile risoluzione. I Paesi africani se non costretti tendono a rifiutare i loro connazionali e il motivo sta nelle famose “rimesse”, le somme che ogni migrante manda alla famiglia. Denaro sufficiente a consentire ai congiunti un vita più che dignitosa. Soldi che rappresentano una risorsa per la nazione che le riceve e contro cui nessun accordo, anche il più vantaggioso, può competere. Il raddoppio dei rimpatri per l’Italia è solo una piccola goccia nel mare dei clandestini. Troppo presto per cantare vittoria.
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