Omicidio Yara Gambirasio: archiviato il procedimento sulla pm Letizia Ruggeri

Era indagata per frode processuale dopo la denuncia del muratore sui reperti che portarono alla sua condanna all’ergastolo.

Bergamo – Il gip di Venezia ha archiviato il procedimento che vedeva indagata per frode processuale Letizia Ruggeri, la pm del caso di Yara Gambirasio. Un procedimento nato da una denuncia di Massimo Bossetti in merito ai reperti del processo che portarono alla sua condanna all’ergastolo per l’omicidio della 13enne, scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata morta tre mesi dopo.

Il gip di Venezia di fronte a una richiesta di archiviazione aveva disposto l’iscrizione nel Registro degli indagati del pm. I legali di Bossetti si erano opposti all’archiviazione che invece il giudice ha disposto. I reperti in questione sono le 54 provette con i campioni di Dna sul caso dell’omicidio di Yara, che erano state spostate perché “dentro non c’è più niente, non c’è più nulla che possa essere analizzato, perché il Dna di Bossetti che è stato utilizzato è stato tutto consumato nella fase delle indagini preliminari”, stando a quanto aveva dichiarato e messo a verbale fin dal 2021 dalla pm Ruggeri.

Massimo Bossetti

“La custodia io l’ho fatta curare con le massime cautele fino al passaggio in giudicato della sentenza”, aveva spiegato Ruggeri nelle informazioni rese alla Procura veneziana. Dopo la sentenza di Cassazione, “Ho fatto mettere le provette a temperatura ambiente” perché “non ho ritenuto di onerare lo Stato di una spesa inutile” spiega nel verbale la pm che ha ribadito la sua versione anche nei successivi interrogatori. E a sostegno della sua decisione, la pm aveva ricordato quanto le era stato descritto dai consulenti della Procura, il professor Giorgio Casari e il colonnello del Ris Giampietro Lago. “Io so che era un materiale assolutamente… Cioè i rimasugli assolutamente scadente, inidoneo per qualsiasi altra comparazione e ripetizione di esame” aveva precisato la Pm nel verbale. Un racconto confermato poi dagli stessi consulenti in fase di indagine a Venezia.

Su quelle provette la difesa di Massimo Bossetti puntava molto, per tentare la revisione del processo attraverso un nuovo esame del dna ma per la pm Ruggeri quella traccia genetica è “lampante, chiarissima” e “assolutamente inequivocabile”.  “Per 45 udienze, ne abbiamo discusso molto approfonditamente” e “la sentenza della Cassazione fa piazza pulita di tutti i dubbi” aveva detto la pm.

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